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TURISMO IN CRISI, SI TEME L’ESTATE PEGGIORE DEGLI ULTIMI 20 ANNI

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L’emergenza post Covid affonda l’estate del turismo, dice Assoturismo Confesercenti. Turismo in crisi soprattutto per il calo degli stranieri

Sabrina Bergamini

Turismo straniero dimezzato nell’estate del Covid. Laghi, terme e città d’arte sconteranno il calo più consistente di turisti, già provate come sono dal fatto che è saltata la stagione primaverile. Sarà un’estate da far tremare i polsi col turismo in crisi non solo per la paura del contagio, che di certo limita alcuni spostamenti e frena le partenze, ma anche per la crisi del comparto, che segnala prenotazioni estive ancora lente.

Le destinazioni turistiche, mare, montagna e quant’altro, devono sperare soprattutto nel mercato interno e nell’arrivo degli italiani (chi parte rimarrà in maggioranza nei confini nazionali) perché i visitatori stranieri saranno in forte calo. I turisti che arrivano dall’estero saranno molti di meno rispetto allo scorso anno.

 

Le previsioni vengono da uno studio condotto da CST Firenze per Assoturismo Confesercenti con interviste su un campione di 2.118 imprenditori della ricettività.

L’emergenza Covid affonda il turismo

«L’onda lunga dell’emergenza COVID affonda l’estate del turismo – dice Assoturismo – Nonostante la ripresa della mobilità nazionale ed internazionale, le prenotazioni non decollano. E per i tre mesi dell’estate si prevede un calo senza precedenti, con 12,8 milioni di viaggiatori e 56 milioni di pernottamenti in meno rispetto all’estate 2019. Una brusca frenata che cancellerà oltre 3,2 miliardi di euro di fatturato, di cui il 52% per le attività extralberghiere e il 48% per il comparto alberghiero.  E che riporta indietro l’orologio del turismo italiano di circa 20 anni: quella del 2020, infatti, è l’estate peggiore per numero di presenze dal 1998».

Turismo straniero quasi dimezzato

A pesare sarà soprattutto il calo del turismo straniero, che quasi si dimezza. Sui 56 milioni di pernottamenti perduti, ben 43 milioni saranno di turisti esteri che quest’anno non giungeranno in Italia, con un crollo del 43,4% rispetto all’estate 2019. La flessione sarà invece più contenuta per la domanda interna dei viaggiatori italiani (-11,6%).

Fra timore del contagio, difficoltà di spostamento, condizioni del bonus vacanze per chi ne fruirà, e volontà di concedersi comunque un po’ di relax, è più che probabile che chi partirà rimarrà all’intero dei confini nazionali.

Mare, montagna, città d’arte: le previsioni

Turismo in crisi un po’ ovunque in Italia ma con un andamento un po’ diverso a seconda delle destinazioni. Calano di più, ad esempio, laghi e terme, reggono di più il mare e la montagna.

La tendenza negativa di cui parlano gli imprenditori riguarda tutta Italia anche se l’andamento peggiore viene segnalato dalle imprese del Nord Ovest (-32,9% di pernottamenti); valori negativi più o meno omogenei sono attesi per il Nord Est (-28,7%) e Centro (-25,8%) mentre meno pesante, ma comunque rilevante, sarà la riduzione per il Sud e le Isole (-19,3%).

«Analizzando le destinazioni italiane per tipologia, ipotizziamo un calo delle presenze turistiche del -38,3% per le località lacustri e del -36% per quelle termali – dice Assoturismo – La flessione si attesta al -34,3% per le città d’arte e affari, del -31,4% per mete rurali e collinari, del -21,8% per le località montane e del -20,9% per quelle marine».

Nelle città d’arte e affari è previsto un calo del 34,3%. Il mercato estero, si legge nell’indagine, potrebbe essere il principale protagonista di questa riduzione, con valori che potrebbero attestarsi al -45%. Per le principali città d’arte italiane sono dunque attese diminuzioni consistenti dei flussi e l’impatto della crisi si presenta rilevante, considerata anche le perdite che ci sono già state nella stagione primaverile. Flessioni consistenti ci saranno anche nelle località di lago ( -38,3% ma dovrebbe tenere il mercato italiano) e nelle località termali.

Per le località marine la flessione attesa è del 20,9%: al mare probabilmente le perdite saranno contenute dal mercato italiano e dai soggiorni dei connazionali. Cali di circa il 40% sono attesi per il mercato estero, in particolare per problemi di mobilità. Per alcune aree costiere qualche segnale di ripresa potrebbe però esserci a settembre

. La flessione attesa è del 21,8% per le località di montagna, con riduzioni meno consistenti della domanda italiana e cali della domanda estera stimati nel 40%. Per le località rurali e di collina ci si attende un calo del 31,4%. Anche in questo caso, è il mercato estero a registrare la flessione maggiore, superiore al 45%.

I viaggi dell’estate post virus

«I viaggi dell’estate post emergenza saranno all’insegna della “natura e degli spazi aperti”, delle località meno congestionate e della ricerca dei contesti capaci di garantire la sicurezza personale – si legge nell’indagine – Ma sarà anche l’estate con una minor disponibilità di servizi sul mercato. Intanto, le strutture ricettive che rimarranno chiuse per il trimestre estivo saranno oltre 23 mila, fortemente condizionate dal timore di non riuscire a coprire i costi di gestione».