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LA STORIA SENZA FINE DELLE BOLLETTE A 28 GIORNI E DELLA RESTITUZIONE DEI GIORNI EROSI

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Bollette a 28 giorni, prosegue la saga. I rimborsi dovrebbero essere automatici ma le compagnie telefoniche continuano a chiedere ai clienti di presentare una richiesta

I rimborsi per le bollette a 28 giorni colpiscono di nuovo. Una never ending story, una storia senza fine, quella che riguarda la vicenda delle compensazioni che le aziende di telefonia devono ai consumatori per le bollette a 28 giorni e i giorni “erosi in bolletta”.

Dovrebbero essere automatici, lo ha stabilito anche il Consiglio di Stato, ma le compagnie continuano a chiedere ai clienti di presentare richiesta – via email, telefono, sito web o quant’altro. Lo denunciano le associazioni dei consumatori che da tempo stanno seguendo il caso. 

 

La saga delle bollette a 28 giorni

Ormai è una telenovela. Inizia nel 2017 quando le compagnie telefoniche hanno modificato i tempi di invio delle bollette introducendo una fatturazione non su base mensile ma ogni quattro settimane, con rincaro per gli utenti della telefonia.

A seguire proteste, l’azione dell’Agcom che ha stabilito il criterio della compensazione dei giorni “erosi” in bolletta, i ricorsi delle compagnie telefoniche al Tar del Lazio. E ancora a luglio di quest’anno, quando il Consiglio di Stato ha ribadito il diritto degli utenti a essere rimborsati e stabilito il criterio automatico delle compensazioni.

Il periodo soggetto a ricalcolo e rimborso dei giorni erosi in bolletta (le utenze coinvolte sono quelle di telefonia fissa o fisso-mobile) riguarda quello compreso tra il 23 giugno 2017 e la data in cui è stata ripristinata la fatturazione su base mensile, ossia i primi giorni di aprile 2018.