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TURISMO DOPO IL COVID, COME SARANNO I VIAGGI NELL’ESTATE 2020

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Nell’estate 2020 è crisi per le città d’arte, prive dei turisti stranieri. Nello scorso weekend maglia nera a Roma e Firenze dove sono prenotate solo il 36% delle camere. Reggono mare e montagna vicine a casa e si rilancia il turismo nei piccoli borghi

Sabrina Bergamini

Come saranno i viaggi dell’estate 2020? Più brevi, spesso nel raggio di pochi chilometri da casa, sulla spiaggia o sui percorsi di montagna più vicini da raggiungere. Magari alla scoperta di qualche piccolo borgo locale. Sono le tendenze che emergono da analisi e previsioni dello scorso fine settimana.

 

In piena stagione estiva, il turismo deve affrontare le sfide portate dall’emergenza sanitaria, le misure di distanziamento, i turisti stranieri che non arrivano, gli italiani alle prese con l’incertezza del lavoro, la crisi del settore. La voglia di vacanza si scontra con la crisi economica e un autunno che si annuncia nebuloso. I viaggi ne risentiranno. Si accorceranno. Cambieranno volto, almeno per questa estate.

Segni di vita da mare e montagna, crisi per le città d’arte

Assoturismo Confesercenti sintetizza così il fine settimana appena trascorso: «Segni vita da mare e montagna, ma turisti dimezzati nelle città d’arte».

Le località balneari e di montagna si affollano ma nelle città d’arte è rimasta vuota una camera su due. A Roma e Firenze le situazioni più critiche: risulta prenotato solo il 36% delle camere. E da giugno ad agosto di questa estate, nelle sole Roma, Venezia, Firenze, Milano e Napoli si registreranno circa 8,5 milioni di presenze in meno rispetto allo stesso periodo del 2019.

I dati di Assoturismo parlano dunque di una grande crisi per le mete culturali e le città d’arte, con solo il 51% delle stanze disponibili prenotate nel fine settimana appena trascorso (18 e 19 luglio).

«A soffrire – dice Assoturismo – sono in particolare Roma e Firenze, dove poco più di un terzo della disponibilità (36%) risulta prenotato. Male anche Napoli (38%) e Venezia (42%); un po’ meglio fanno Palermo (45%), Milano (46%) e Bologna (49%), mentre registrano risultati superiori alla media delle altre città d’arte – anche se comunque insoddisfacenti – Perugia (54%) e Matera (55%»).

I viaggi post Covid sono a breve raggio

La crisi delle città d’arte dipende soprattutto dalla mancanza del turismo straniero, che durante l’estate vale circa il 68% delle presenze. C’è anche un cambiamento che riflette il modo in cui l’emergenza sanitaria ha modificato le scelte degli italiani sull’argomento viaggi.

Il coronavirus non ha fermato il desiderio di vacanza e di relax ma nell’estate che sta scorrendo si è affermata la tendenza a spostamenti e viaggi brevi, di 2 o 3 notti, verso località di mare o di montagna possibilmente a breve raggio, vicine da raggiungere.

Così, spiega Assoturismo, «anche per il prossimo fine settimana le destinazioni balneari sono le più gettonate, con un tasso di occupazione del 70% della disponibilità, mentre l’occupazione nelle strutture delle località di montagna si attesta sul 68% e quelle lacuali segnano un tasso medio del 66%. Numeri in risalita, anche se ancora molto lontani dai valori – per il balneare superiori al 90% – normalmente realizzati negli anni scorsi. Le altre tipologie di destinazione, invece, non mostrano segnali di ripresa, con le località termali e collinari che registrano percentuali di occupazione (49%) ancora più basse delle città d’arte».

In vacanza nei piccoli borghi

Il turismo di questa estate sembra inoltre riscoprire i piccoli borghi. Per due italiani su tre, dice una stima di Coldiretti, sarà un’estate nei borghi, per sfuggire al rischio del sovraffollamento di spiagge e località turistiche più gettonate.

Il turismo post covid porta a riscoprire i centri minori, l’agriturismo, l’enogastronomia, i percorsi naturali o culturali nelle piccole località, il turismo di prossimità. Dice il presidente di Coldiretti Ettore Prandini: «La vacanza nei piccoli borghi, da sempre fortemente caratterizzati dalla presenza dell’agricoltura, rappresenta un esempio di turismo sostenibile prezioso per il sistema Paese che, se adeguatamente valorizzato, può diventare una risorsa strategica per il rilancio economico e occupazionale dopo la crisi causata dall’emergenza sanitaria».