Promuovere una legge per tassare del 20% le bevande zuccherate con valori progressivi, e porre precise restrizioni alla pubblicità di prodotti destinati ai bambini con un profilo nutrizionale sbilanciato. E’ l’appello de Ilfattoalimentare.it contenuto in una lettera aperta al Ministro della salute di medici, nutrizionisti, dietisti e operatori del settore per l’adozione di una tassa sullo zucchero. Una tassa sullo zucchero perché l’emergenza obesità è realtà e perché funziona. La rivista online specializzata in alimentazione, correda la lettera di molti dati ed esperienze che avvalorano l’appello.
I dati in materia di obesità sono continuamente diffusi ma è bene ricordarli. Secondo le stime 2016 del servizio di sorveglianza nazionale OKKIO alla salute, tre bambini di età scolare su dieci sono in condizioni di sovrappeso o obesità. Per quanto riguarda gli adulti viene considerato in sovrappeso il 35,3% della popolazione adulta, mentre una persona su dieci è obesa (9,8%).
Una dieta squilibrata seguita sin dalla prima infanzia e nell’adolescenza è uno dei motivi del vistoso incremento di persone obese e in sovrappeso. Secondo la rivista online l’eccesso di zuccheri è sicuramente una delle cause del problema. Secondo l’Osservatorio epidemiologico cardiovascolare dell’Istituto superiore di sanità (2008-2012), gli italiani assumono circa 100 g al giorno di zuccheri semplici, pari al 20,7% delle calorie. Si tratta del doppio rispetto a quanto consigliato dall’Oms, che raccomanda di non superare il 10% delle calorie quotidiane.
In tutto il mondo – si legge nella lettera– molti governi hanno adottato misure per ridurre il consumo di bevande zuccherate. La lista comprende: Gran Bretagna, Francia, Irlanda, Belgio, Portogallo, Finlandia, Ungheria, Messico, Cile e città come Filadelfia e Berkeley negli Stati Uniti d’America. L’introduzione di una tassa progressiva sullo zucchero aggiunto alle bibite e ad alcuni prodotti alimentari, è una forma efficace per incentivare le aziende a modificare le ricette e per creare un fondo destinato a realizzare programmi di prevenzione alimentare. L’esperienza di questi paesi sta avendo un buon esito: in Messico, ma anche in Finlandia, Gran Bretagna e anche nelle città di Berkeley e in Francia è diminuito il consumo delle bevande zuccherate.
Ilfattoalimentare.it suggerisce anche la destinazione dei fondi che deriverebbero dalla tassa, stimati intorno ai 470 milioni di euro. Questa somma dovrebbe essere utilizzata per avviare seri programmi di educazione alimentare e promuovere modelli più salutari, ad esempio sotto forma di riduzioni delle tasse per alimenti bilanciati ispirandosi al modello inglese “Soft drinks industry levy”. C’è spazio anche per campagne pubblicitarie in tv e nelle scuole, per sconti alle famiglie con problemi economici sul prezzo dei pasti distribuiti a scuola, per programmi di avvio allo sport nelle scuole.