Secondo l’Ismea, per l’intero settore della ristorazione in crisi quest’anno si prevede un calo complessivo del 48% dei consumi alimentari fuori casa e una perdita di 41 miliardi di euro. Più 7% per la spesa domestica
La chiusura di bar e ristoranti nelle ore serali farà scendere ancora di più i consumi alimentari fuori casa. Il settore della ristorazione protesta per la limitazione dell’attività (chiusura alle 18.00, solo ristorazione con consegna a domicilio o con asporto) e per la crisi che investirà l’intero comparto, dai bar ai ristoranti, dalle gelaterie alle pasticcerie.
Quanto andranno giù i pasti fuori casa? Considerato il lockdown della scorsa primavera, la ripresa successiva e il nuovo stop, quest’anno si prevede un calo complessivo del 48% dei consumi alimentari fuori casa.
Ismea: meno 48% per i consumi alimentari fuori casa
Il dato viene da Ismea, l’Istituto di servizi per il mercato agricolo alimentare, che parla di una perdita di 41 miliardi di euro.
Sulla base delle iniziative che limiteranno la ristorazione e l’attività di bar e ristoranti, l’Ismea stima per il 2020 «un arretramento della spesa per consumi alimentari fuori casa del -48% rispetto al 2019, per una perdita complessiva di quasi 41 miliardi di euro».
Come nei mesi passati, questo si accompagnerà probabilmente a una nuova accelerazione degli acquisti nella distribuzione moderna e tradizionale, che per il 2020 «potrebbe portare – stima l’Ismea – a un incremento della spesa domestica pari al +7%, per un valore corrispondente di circa 11,5 miliardi di euro».
Il bilancio della spesa finale complessiva per prodotti agroalimentari sarà quindi di quasi 30 miliardi di euro in meno, con una flessione complessiva del 12%.
Coldiretti: impatto a valanga sulla filiera
Il calo dei consumi alimentari nella ristorazione fa parlare Coldiretti di «un impatto drammatico a valanga sull’intera filiera, dai tavoli dei locali fino alle aziende agricole e alimentari nazionali».
«Il crack della ristorazione con il crollo delle attività di bar, gelaterie, pasticcerie, trattorie, ristoranti e pizzerie ha un effetto negativo sull’intero agroalimentare nazionale, con una perdita di fatturato – dice Coldiretti – di oltre 9,6 miliardi per le mancate vendite di cibo e bevande nel 2020. Un drastico crollo dell’attività che pesa sulla vendita di molti prodotti agroalimentari, dal vino all’olio, dalla carne al pesce, dalla frutta alla verdura ma anche su salumi e formaggi di alta qualità che trovano nel consumo fuori casa un importante mercato di sbocco. In alcuni settori come quello ittico e vitivinicolo la ristorazione rappresenta addirittura il principale canale di commercializzazione per fatturato».
Just Eat: zero commissioni per i nuovi ristoranti online
Sempre sul settore della ristorazione si segnala oggi l’iniziativa di Just Eat, app per ordinare online il cibo a domicilio, che promette uno sconto del 25% sulle commissioni per oltre 5 mila ristoranti della piattaforma e la previsione di zero commissioni per i nuovi ristoranti che decideranno di attivare il food delivery con Just Eat.
L’agevolazione, ha detto la piattaforma, prevede di «azzerare le commissioni per tutti i nuovi ristoranti che decideranno di utilizzare il digital food delivery e attivarsi su Just Eat per soddisfare la domanda della clientela in questo periodo. L’azzeramento della commissione sarà estendibile e prorogabile in base all’evoluzione della situazione e sarà in vigore per un periodo minimo di 1 mese».
Verrà poi incentivata la possibilità per i ristoranti di essere online sulla piattaforma con un menù ridotto, cioè con un numero limitato di piatti, i più ordinati dalla clientela.