Carenza di informazioni “chiare, complete e trasparenti” sulle condizioni economiche applicate e sul diritto di recesso. Queste le motivazioni con cui l’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni ha avviato un procedimento sanzionatorio per verificare la trasparenza delle informazioni e il rispetto del diritto di recesso da parte di Tim e Wind Tre. Le società di telefonia sono sotto osservazioni per le politiche seguite nel ritorno alla fatturazione su base mensile. Per l’Unione Nazionale Consumatori “non è accettabile che si comunichino variazioni contrattuali in modo poco chiaro ed incompleto”. Il Codacons chiede indennizzi per i clienti delle compagnie telefoniche.
L’Agcom opera “nell’ambito dell’attività di vigilanza sul ripristino della cadenza mensile della fatturazione e dei rinnovi delle offerte dei servizi di comunicazioni elettroniche” e, si legge in una nota, “ha avviato un procedimento sanzionatorio per condotta non conforme alle disposizioni di settore, con particolare riferimento all’art. 70 del Codice delle comunicazioni elettroniche, nei confronti degli operatori TIM S.p.A e Wind Tre S.p.A.”.
L’Autorità ha preso in esame la riformulazione delle modifiche unilaterali delle condizioni contrattuali fatta dagli operatori dopo il provvedimento con cui l’Antitrust è intervenuta nei confronti di di Assotelecomunicazioni,TIM, Wind Tre. Fastweb e Vodafone “in relazione all’asserita intesa concernente la determinazione delle modifiche di prezzo comunicate agli utenti in occasione della rimodulazione del ciclo di fatturazione in ottemperanza alla legge 172/2017”. Dopo la rideterminazione dell’originario aumento dei rinnovi delle tariffe – in origine, era pari all’8,6% – l’Autorità “ha richiamato TIM e Wind Tre al rispetto degli obblighi previsti dalla normativa di settore in materia di informativa nei confronti degli utenti interessati dalla nuova manovra al fine di consentire, anche mediante il legittimo esercizio del diritto di recesso, scelte contrattuali consapevoli”.
Dal monitoraggio svolto, spiega ancora l’Agcom,”è emerso che gli operatori richiamati non hanno assicurato, per il tramite delle comunicazioni rese all’utenza finale tramite SMS e sito aziendale, informazioni chiare, complete e trasparenti, risultando le stesse non adeguate per comprendere le reali condizioni economiche e così consentire agli utenti di scegliere se esercitare il diritto di recesso. È emerso altresì che le informative non hanno rispettato il quadro regolamentare in materia di diritto di recesso, con particolare riferimento alle modalità per esercitarlo”.
Da qui l’avvio del procedimento sanzionatorio, notizia che a stretto giro è stata accolta con favore dall’Unione Nazionale Consumatori. “Bene, altra vittoria per i consumatori! Accolte le nostre tesi. Non è accettabile che si comunichino variazioni contrattuali in modo poco chiaro ed incompleto, senza far capire ai clienti, ad esempio, quanto finiranno concretamente per pagare – ha detto il presidente dell’associazione Massimiliano Dona – Non basta indicare una variazione della tariffa in termini percentuali, ma va tradotta in euro e centesimi. Se le comunicazioni inviate dalle compagnie per segnalare le modifiche contrattuali ai loro clienti non sono esaustive, insomma, si finisce per limitare il diritto di recesso, anche se questo viene formalmente ricordato”.
“Dopo l’Antitrust anche l’Agcom ci da oggi pienamente ragione accogliendo le richieste contenute nel nostro esposto e aprendo un procedimento sanzionatorio contro Tim e Wind – ha detto il Codacons –Non garantire trasparenza e non informare gli utenti circa il diritto di recesso equivale a modificare i comportamenti economici dei consumatori e pertanto chiediamo all’Autorità di disporre forme di indennizzo per i clienti delle due compagnie telefoniche danneggiati dai comportamenti scorretti”.