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VENDITE AL DETTAGLIO. ISTAT: A MARZO -0,3% SU MESE. AACC: ACQUISTI NON RIPARTONO

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A marzo 2019 si stima, per le vendite al dettaglio, una diminuzione congiunturale dello 0,3% in valore e dello 0,2% in volume. In calo sia le vendite dei beni alimentari (-0,5% in valore e -0,3% in volume) sia, con intensità minore, quelle dei prodotti non alimentari (-0,2% in valore e -0,1% in volume). Lo rileva l’Istat che sottlinea inoltre come nel complesso del primo trimestre le vendite al dettaglio registrano un aumento dello 0,2%, in valore e in volume, rispetto ai tre mesi precedenti. Le vendite di beni alimentari crescono dello 0,2% in valore mentre restano stazionarie in volume, quelle di beni non alimentari aumentano dello 0,2% sia in valore sia in volume.

 

Su base annua, le vendite al dettaglio diminuiscono del 3,3% in valore e del 3,7% in volume. La flessione complessiva è dovuta soprattutto all’andamento dei beni alimentari (-6,4% in valore e -7,3% in volume), mentre si registra una flessione più contenuta per le vendite dei beni non alimentari (-0,5% in valore e -0,2% in volume).

Per quanto riguarda le vendite di beni non alimentari, l’aumento tendenziale maggiore riguarda il gruppo di prodotti Calzature e articoli in cuoio e da viaggio(+5,0%). Le flessioni più marcate si registrano per Cartoleria, libri, giornali e riviste (-4,6%) ed Elettrodomestici, radio, tv e registratori (-4,2%).

Rispetto a marzo 2018, il valore delle vendite al dettaglio registra una diminuzione sia per la grande distribuzione (-5,0%) sia per le imprese operanti su piccole superfici (-2,2%). In crescita il commercio elettronico (+11,1%).

“I numeri dell’Istat dimostrano in modo inequivocabile che gli acquisti in Italia non ripartono, e si registra ancora una preoccupante fase di stallo per i consumi e per il commercio – spiega il presidente Carlo Rienzi – Rispetto al mese precedente le vendite scendono infatti del -0,3% in valore e del -0,2% in volume, calo che riguarda soprattutto i beni alimentari. Rispetto al trimestre precedente, invece, le vendite al dettaglio registrano un aumento “misero” dello 0,2% sia in valore che in volume”.

“Un quadro desolante”, commenta l’Unione Nazionale Consumatori. “Dopo la discesa della produzione industriale, arriva anche il calo delle vendite. Un mese di marzo da dimenticare. Non basta l’effetto Pasqua a spiegare questa caduta, come dimostra il dato negativo del settore non alimentare”, afferma Massimiliano Dona, presidente dell’Unione Nazionale Consumatori.

Secondo lo studio dell’associazione, se si confrontano i dati di oggi con quelli pre-crisi del marzo 2008, i piccoli negozi segnano ancora una perdita delle vendite del 13%: -15,6% per gli alimentari e -12,5% per i non alimentari.

Le vendite totali risultano ancora in territorio negativo, -3,9%, anche se per quelle alimentari manca ormai poco per recuperare le perdite rispetto ad 11 anni fa, -0,5%. La grande distribuzione, poi, nonostante il crollo di oggi, -5%, resta saldamente in surplus, con +7% rispetto a marzo 2008.