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UN TERZO DEI CONSUMATORI COMPRA SUI SOCIAL MEDIA (E QUALCHE VOLTA INCAPPA NEL FALSO)

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Il 31% dei consumatori fa acquisti sui social media nonostante i timori sulla sicurezza dei pagamenti e sul rischio di comprare un prodotto contraffatto. MarkMonitor: le aziende devono fare di più nella protezione del brand

Sabrina Bergamini

Si preoccupano per la sicurezza dei pagamenti. Per la qualità dei prodotti comprati o per il rischio che siano contraffatti. Ma complice il fattore prezzo, la convenienza, la praticità dell’e-commerce e una serie di considerazioni che partono dalla reputazione del marchio per arrivare al passaparola di familiari e amici, il risultato è che i consumatori fanno più spesso acquisti sui social media. E questa tendenza è in aumento.

 

«La convenienza supera la preoccupazione», dice MarkMonitor, che ha commissionato un sondaggio sul tema e ha scoperto che il 31% dei consumatori fa acquisti sui social media.

Il timore di incappare in qualche inconveniente non ferma dunque lo shopping online. Più del 90% dei consumatori ha rivelato di avere timore a effettuare acquisti su social media, dice la ricerca, ma quasi un terzo li utilizza come piattaforma di acquisto.

 «Sempre più persone utilizzano i social media e li percepiscono sempre di più come un canale di acquisto – ha detto Chrissie Jamieson, Vicepresidente Marketing di MarkMonitor – Di conseguenza è probabile che il numero di transazioni effettuate su queste piattaforme aumenti».

Shopping via social: le preoccupazioni dei consumatori

L’indagine è stata commissionata da MarkMonitor, società specializzata nella protezione del brand aziendale, e ha coinvolto un campione di 2.603 consumatori di cinque paesi (Italia, Francia, Germania, Regno Unito e Stati Uniti) per valutare le loro esperienze e opinioni sullo shopping online, la sicurezza e il ruolo dei brand.

Le preoccupazioni sugli acquisti via social media naturalmente ci sono. Fonte di inquietudine sono soprattutto la sicurezza dei pagamenti (59%), la qualità dei prodotti (56%), la sicurezza dei dati personali (55%) e l’acquisto di un prodotto falso (47%).

Sono timori che sembrano giustificati, fra l’altro, anche dal numero di acquirenti che è incappato in qualche prodotto falso: il 31% dei consumatori sostiene di aver involontariamente comprato prodotti contraffatti e, tra questi, il 23% ha effettuato l’acquisto sui social.

La responsabilità dei brand

A tutto questo si accompagna la richiesta dei consumatori di avere più protezione online. Il che implica anche una maggiore responsabilità da parte delle piattaforme e dei brand, chiamati a coprire un ruolo più attivo in un mercato che stime recenti dicono in crescita. Sembra infatti che l’interesse dei consumatori nello shopping attraverso piattaforme come Instagram, Facebook and Pinterest sia in aumento (più 38% nell’arco di dodici mesi secondo stime di aprile).

Il 63% dei consumatori crede che i brand, i marketplace online e le piattaforme di social media non facciano abbastanza per proteggerli dai contraffattori, dalle frodi e dai criminali informatici. Sono dati che si intrecciano con una serie di motivazioni che rivestono importanza quando si compra sui social media.

«Il fattore che influenza maggiormente la decisione di acquisto – evidenzia MarkMonitor – è la reputazione del brand (55%), seguita dalle valutazioni di altri utenti (48%) e dal livello di gradimento di amici e familiari (34%). Per quasi un quarto degli intervistati (23%) gioca un ruolo importante anche il suggerimento da parte di celebrità e influencer».

Shopping via social, ecco cosa si compra

Abbigliamento, accessori elettronici e per la casa sono i prodotti che più di frequente i consumatori comprano dalle piattaforme social.

Analizzando lo shopping sui social media, la ricerca evidenzia infatti che «due terzi (66%) degli acquirenti non dubita delle informazioni mostrate dai siti di shopping sui social media, mentre il 30% non ha problemi a utilizzare la propria carta di credito per effettuare un acquisto. Gli intervistati hanno dichiarato che i prodotti comprati più frequentemente sui social media sono abbigliamento, accessori elettronici e per la casa, mentre non comprerebbero mai altre categorie di beni o servizi come gioielli (27%), prenotazione delle vacanze (27%), prodotti per la salute (26%) e biglietti per eventi (24%)».

«Le aziende – prosegue Jamieson – devono includere anche le piattaforme di social media nelle loro strategie di protezione del brand online per salvaguardare gli acquirenti e la propria reputazione. Molte piattaforme social si sono già attivate per difendersi dalla vendita di prodotti contraffatti e stanno costantemente migliorando le proprie strategie per rilevare e denunciare i falsi, ma i consumatori ritengono che tutte le parti interessate debbano fare di più in futuro».