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SPRECO ALIMENTARE, IL CREA TRACCIA L’IDENTIKIT DEGLI “SPRECONI”

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Ogni settimana ciascuna famiglia italiana getta nel cestino 370 g di cibo ma cresce l’attenzione a non buttare gli alimenti. Il CREA traccia l’identikit dello sprecone

Elena Leoparco

Nel 2018, il 77% delle famiglie hanno gettato via del cibo. A sprecare di più sono le famiglie monocomponente e i giovani. A finire nella pattumiera sono principalmente verdura, frutta fresca e pane, seguiti da pasta, patate, uova, budini, derivati del latte (yogurt, formaggi), per un totale in media di 370 g/settimana/famiglia.

 

Ma in questa corsa al cestino dei rifiuti non siamo da soli: anche in Olanda, Spagna, Germania e Ungheria lo spreco di cibo raggiunge percentuali considerevoli. Il dato italiano sullo spreco alimentare è allineato con quello olandese (365 g/settimana) e molto inferiore a quello spagnolo (534 g/settimana), tedesco (534 g/settimana) e ungherese (464 g/settimana).

L’identikit dello sprecone

A tracciare l’identikit dello “sprecone” è uno studio condotto dal CREA Alimenti e Nutrizione, presentato questa mattina nel corso della II edizione della giornata della nutrizione, “Nutrinformarsi: lo spreco nel piatto”.

Secondo l’indagine CREA, la crescente attenzione nei confronti del tema dello spreco è ampiamente diffusa in Italia, al punto che più della metà del campione intervistato condanna fermamente la pratica di gettare via il cibo, riconoscendone l’impatto negativo e le ricadute in diversi ambiti: economico (70%), sociale (conseguenze su disponibilità di cibo nel mondo, 59%) e ambientale (55%).

Il comportamento delle famiglie

Le famiglie italiane si dichiarano capaci di gestire le attività in cucina, fattore di rilevante prevenzione: circa due terzi degli intervistati, infatti, dichiara di pianificare gli acquisti e di non fare acquisti di impulso, meno di un quinto afferma di non saper riutilizzare gli avanzi o pianificare le giuste quantità di alimenti da acquistare e solo il 5% sostiene di non finire quello che nel piatto e di non conservare gli avanzi.  Tuttavia solo il 42% decide in anticipo i menù settimanali.

«Quello a cui siamo assistendo – ha dichiarato Laura Rossi, coordinatore dell’Osservatorio e ricercatrice del CREA Alimenti e Nutrizione – è un vero e proprio cambio di passo per lo spreco alimentare, inteso come tassello fondamentale dello sviluppo sostenibile. Dalle istituzioni internazionali e nazionali, dagli operatori economici e sociali, dai banchi alimentari e perfino da semplici cittadini, che ridistribuiscono a livello territoriale le eccedenze alimentari agli indigenti, arrivano segnali forti di una crescente sensibilità su questi temi: normative specifiche, progetti educativi mirati e nuove modalità di gestione dei prodotti alimentari sia nelle aziende che a casa».