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SHOPPING ONLINE, IN EUROPA DUE TERZI DEI SITI WEB NON RISPETTANO I DIRITTI DEI CONSUMATORI

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Un’indagine fatta dalla Commissione europea su quasi 500 negozi online ha messo in evidenza grandi lacune: due terzi dei siti web controllati non rispettano i diritti fondamentali riconosciuti ai consumatori. Oltre un quinto espone un prezzo incompleto. Oltre un terzo non informa sulla garanzia legale di due anni

3 Febbraio 2020 Sabrina Bergamini

Shopping online con diritti oscuri. O di fatto oscurati. Due terzi dei siti web controllati in un’indagine europea non rispettano i diritti fondamentali riconosciuti ai consumatori dalle norme della Ue. Qualunque cosa vendano, che sia abbigliamento, arredamento o elettrodomestici, esibiscono lacune non indifferenti: oltre un quarto non informa sulle modalità di recesso dal contratto, oltre un quinto presenta un prezzo incompleto, oltre un terzo non informa sulla garanzia legale di due anni.

 

«Non è accettabile che in 2 su 3 negozi online i consumatori europei non siano adeguatamente informati sui loro diritti – ha detto Didier Reynders, Commissario per la Giustizia –  I diritti riconosciuti dall’UE, come il diritto di restituire i beni acquistati entro 14 giorni, rafforzano la fiducia online dei consumatori. Non devono essere nascosti nelle clausole scritte in piccolo».

Indagine della Commissione europea su 500 negozi online

Il quadro viene da un’indagine a tappeto su scala europea fatta dalla Commissione, i cui risultati sono stati diffusi qualche giorno fa. L’indagine ha riguardato quasi 500 negozi online di abbigliamento, calzature, arredamento, casalinghi ed elettrodomestici ed è stata effettuata dalle autorità di tutela dei consumatori di 27 paesi con il coordinamento della Commissione.

Dai risultati emerge appunto che due terzi dei siti web controllati non rispettano i diritti fondamentali riconosciuti ai consumatori dal diritto dell’UE.

È emerso un quadro desolante, sul quale saranno chiamate a intervenire le autorità nazionali che, come prossima tappa, faranno un’indagine approfondita sulle irregolarità riscontrate. I commercianti saranno quindi invitati a correggere i loro siti web.

Modalità di recesso, prezzo corretto, garanzia legale: tutto quello che manca

«Oltre un quarto dei siti web controllati non informa i consumatori sulle modalità di recesso dal contratto – informa Bruxelles – Si tratta di informazioni che devono essere presentate in modo chiaro e comprensibile, specificando il diritto di recedere entro 14 giorni dal ricevimento dei beni acquistati senza dover fornire alcuna motivazione».

Quasi la metà dei siti web controllati non fornisce informazioni chiare sul termine per restituzione dei beni acquistati, che è di 14 giorni dal momento in cui il consumatore ha comunicato al commerciante l’intenzione di recedere. Oltre un terzo dei siti web non informa i consumatori in merito alla garanzia legale minima di 2 anni, che consente di beneficiare della riparazione, della sostituzione o del rimborso del bene acquistato in caso di prodotto difettoso al momento della consegna (anche se il difetto si manifesta in seguito).

Ci sono problemi anche sull’indicazione del prezzo, certamente uno dei fattori che guida gli acquisti online di consumatori spesso alla ricerca della convenienza. «In oltre un quinto dei siti web controllati – prosegue la Commissione europea – il prezzo inizialmente indicato è incompleto, perché non presenta le spese di consegna, le spese postali o le ulteriori possibili spese di altro genere o informazioni sull’eventualità di tali spese».

La piattaforma per la risoluzione online delle controversie è spesso assente: nonostante il diritto europeo imponga ai commercianti di includere sul loro sito web un link alla piattaforma per la risoluzione online delle controversie facilmente accessibile, informando i consumatori circa le possibilità di cui dispongono in caso di controversie, quasi il 45% di tutti i siti web controllati non fornisce il link.

Ancora da segnalare un altro risultato: un quinto dei siti web controllati non ha rispettato il regolamento sui blocchi geografici, che consente ai consumatori di fare acquisti su siti web che non effettuano la consegna nel loro paese di residenza, a condizione che il consumatore possa ricevere il prodotto ad un indirizzo nel paese servito dal commerciante, secondo il principio “acquista come un cliente locale”.