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PENDOLARIA, NEL TRASPORTO FERROVIARIO L’ITALIA È DIVISA IN DUE. AL SUD È EMERGENZA MENTRE È BOOM DELL’ALTA VELOCITÀ

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Legambiente ha presentato il suo rapporto annuale sul trasporto ferroviario. Aumenta la mobilità su ferro, 5,7 milioni di pendolari suo muovono ogni giorno su treni regionali e metro, è boom per l’Alta velocità. Ma al Sud circolano pochi treni e più vecchi

Sabrina Bergamini

Grandi città e Sud Italia sono le emergenze del trasporto su ferro in Italia. La mobilità ferroviaria cresce e si è arrivati a 5,7 milioni di pendolari che si muovono ogni giorni su metro e treni regionali. L’Alta velocità miete successi e conta un più 517% di passeggeri dal 2008 al 2018. Ma al Sud è emergenza, circolano meno treni che nel 2010, i convogli sono vecchi, tanti collegamenti mancanti. È il quadro che emerge dal rapporto Pendolaria presentato oggi da Legambiente a Palermo.

 

Italia a due velocità

La mobilità su ferro cresce, il treno piace agli italiani e «dove si investe il successo è garantito, da Nord a Sud, dall’alta velocità alle linee metropolitane», dice Legambiente.

La buona notizia per i pendolari è che sono in arrivo nuovi treni. Ma è anche un’Italia a due velocità perché i problemi rimangono, e sono tanti, al Sud e per chi sta fuori dall’Alta velocità.

«Ad aumentare sono, infatti, anche le differenze tra le Regioni e le diversi parti del Paese e la carenza di dotazione di trasporto su ferro delle aree urbane rimane rilevantissima rispetto all’Europa e una delle cause dello smog che attanaglia le città italiane», denuncia l’associazione ambientalista.

Le emergenze: grandi città e Sud Italia

Pendolaria 2019, il rapporto annuale di Legambiente sul trasporto ferroviario, mette in luce dunque tanti fenomeni. Il 2019 fra l’altro è stato un anno particolare per il trasporto ferroviario, con i primi dieci anni dall’entrata in funzione delle linee ad alta velocità e diversi cambiamenti tanto sulle linee nazionali, con la concorrenza tra treni veloci, quanto nelle Regioni.

«Abbiamo scelto di presentare Pendolaria a Palermo perché sono le grandi città e il Sud le due emergenze del nostro Paese nel trasporto ferroviario – ha detto il vicepresidente di Legambiente Edoardo Zanchini – La nuova Commissione europea guidata da Ursula Von der Leyen si è impegnata per politiche e obiettivi più ambiziosi e per un piano di investimenti da mille miliardi di euro per raggiungere i target fissati con l’Accordo di Parigi sul Clima e fermare la crescita della temperatura del Pianeta. I trasporti sono l’unico settore che in Italia ha visto crescere le emissioni dal 1990 ad oggi; dobbiamo scegliere di accelerare il cambiamento della mobilità con politiche più incisive e l’obiettivo di raddoppiare il numero di viaggiatori giornalieri su treni regionali e metropolitane, dagli attuali 5,7 a 10 milioni».

Pendolari: passeggeri in aumento

I passeggeri aumentano. Sia per i treni a lunga percorrenza, soprattutto col boom dell’Alta velocità, sia per i regionali e, dove ci sono, per le linee metropolitane. Cinque milioni e 699mila persone prendono ogni giorno in Italia treni regionali e linee metropolitane.

I passeggeri che usufruiscono del servizio ferroviario regionale sono 2milioni e 919mila, di cui 1,413 milioni utilizzano i convogli di Trenitalia e 1,506 milioni quelli degli altri 20 concessionari. L’aumento di passeggeri sui treni regionali dal 2010 a oggi è stato dell’8,2%. I passeggeri delle metro nelle 7 città dove ci sono (Milano, Roma, Napoli, Torino, Genova, Brescia e Catania) sono due milioni e 78mila persone al giorno. C’è stato un aumento complessivo di quasi 65mila passeggeri tra il 2018 e il 2017. I passeggeri che ogni giorno si spostano in treno sui collegamenti nazionali sono circa 50mila sugli Intercity e 170mila sull’Alta velocità tra le Frecce di Trenitalia ed Italo. Sugli intercity però, dal 2010 al 2018, c’è stato un calo di quasi il 46% mentre sulle Frecce Trenitalia i passeggeri sono aumentati del 114% (su anche Italo).

Boom Alta velocità

Dieci anni di Alta velocità segnano dunque un bilancio imponente, dice Legambiente, con numeri che aumentano anno dopo anno. I treni AV sono raddoppiati dal 2008 al 2019, i passeggeri sull’Alta Velocità Trenitalia sono passati dai 6,5 milioni del 2008 a 40 milioni nel 2018, con un aumento del 517%.

Le buone notizie per i pendolari del trasporto regionale parlano di nuovi treni in arrivo, di un’età media dei convogli che sta diminuendo (soprattutto al Nord e al Centro) ed è arrivata a 15,4 anni in media. Ma, come detto, è un’Italia a due velocità perché sono enormi le differenze nella qualità e nell’offerta del servizio ferroviario. I problemi sono al di fuori della rete dell’Alta Velocità e al Sud.

«In alcune aree il servizio è tra i più competitivi al mondo, come tra Firenze e Bologna dove l’offerta, per quantità e velocità dei treni, non ha paragoni in Europa; ma fuori dalle direttrici principali dell’alta velocità e dalle Regioni che in questi anni hanno investito, la situazione del servizio sta peggiorando, con meno treni in circolazione e, di conseguenza, meno persone che prendono il treno. In particolare il Meridione continua a soffrire di un’assenza di progetto».

Sud, situazione drammatica: pochi vecchi treni

Al Sud la situazione è drammatica. I treni sono più vecchi, con un’età media di 19,3 anni rispetto ai 12,5 anni al Nord, e sono pochi (sono stati addirittura ridotti gli intercity e i regionali in circolazione negli ultimi dieci anni). Viaggiano su linee in larga parte a binario unico e non elettrificate. Rispetto al resto del Paese sono di meno sia le Frecce, che gli Italo, gli Intercity e i regionali.

In Sicilia ad esempio ci sono 486 corse al giorno dei treni regionali contro le 2.560 della Lombardia. Le corse giornaliere in Provincia di Bolzano sono 266, quasi quante quelle offerte in Sardegna (297) dove però la popolazione è oltre il triplo. In Calabria sono 341 le corse giornaliere, meno delle 355 della Liguria.

Commenta Zanchini: «Al Sud muoversi in treno tra le città è praticamente impossibile, perché i collegamenti sono meno che nel 2010 a seguito dei tagli e i treni sono più vecchi e lenti che nel resto d’Italia».

E aggiunge: «Serve un piano per il Sud fatto di treni nuovi da mettere su linee da elettrificare e potenziare, ed è urgente cambiare le priorità infrastrutturali del Paese spostandole nelle aree urbane. Il dato positivo è che ovunque in Italia si è investito sul ferro i risultati sono stati positivi, con una quota crescente di cittadini che ha rinunciato all’auto proprio perché esisteva un’alternativa agli spostamenti in automobile che sono ancora preponderanti nel nostro Paese».

L’associazione chiede dunque “un piano per muoversi al Sud in treno”. La proposta prevede di garantire un servizio cadenzato con almeno un treno ogni ora e nuovo materiale rotabile, lungo le direttrici principali che collegano città, porti e aeroporti come sulla Napoli-Reggio Calabria, Taranto-Reggio Calabria, Salerno-Taranto, Napoli-Bari, Palermo-Messina-Catania.

E la metro?

Quando si parla di metro, il confronto rispetto agli altri paesi europei fa sempre un certo effetto. La dotazione italiana di linee metropolitane, ricorda Legambiente, si ferma a 247,2 chilometri per 7 città in cui vivono circa 15 milioni di persone. È lontano dai valori del Regno Unito (oltre 672 km), della Germania (649,8) e della Spagna (609,7). Il totale di chilometri di metropolitane italiane è inferiore o paragonabile a quello di singole città europee come Madrid (291,3 km), Londra (464,2 km) o Parigi (221,5 km).