di Lucia Izzo
In Conferenza Stato-Regioni è stato approvato il nuovo Piano per il governo delle liste di attesa (PNGLA), un provvedimento particolarmente atteso e fondamentale nel percorso di avvicinamento della sanità pubblica verso i cittadini.
“Il Piano mancava da 10 anni e non è stato mai monitorato e applicato. Questo ha compromesso l’intero sistema delle prestazioni e, nel tempo, consolidato le storture che sono sotto gli occhi di tutti. Ora è il momento di cambiare, creando un nuovo modello più efficiente e aggiornato finalmente avremo regole più semplici e tempi certi per le prestazioni che riportano il diritto alla Salute e quindi il cittadino al centro del sistema” ha dichiarato il ministro della Salute, Giulia Grillo.
Liste d’attesa: cosa prevede il nuovo Piano Nazionale
Il Piano Nazionale nasce con l’obiettivo prioritario di avvicinare ulteriormente la sanità pubblica ai cittadini, individuando elementi di tutela e di garanzia volti ad agire come leve per incrementare il grado di efficienza e di appropriatezza di utilizzo delle risorse disponibili.
Ancora, il PNGLA si propone di condividere un percorso per il Governo delle Liste di Attesa, finalizzato a garantire un appropriato, equo e tempestivo accesso dei cittadini ai servizi sanitari che si realizza con l’applicazione di rigorosi criteri di appropriatezza, il rispetto delle Classi di priorità, la trasparenza e l’accesso diffuso alle informazioni da parte dei cittadini sui loro diritti e doveri.
Il provvedimento, ad esempio, prevede tempi massimi di attesa che dovranno essere rispettati da Regioni e Province Autonome, individua l’elenco delle prestazioni soggette a una serie di monitoraggi puntualmente elencati, prevede la separazione tra primi accessi e accessi successivi, nonché la gestione trasparente e la totale visibilità delle Agende di prenotazione delle strutture pubbliche e private accreditate.
Il Piano delle Regioni
Ora spetta alle Regioni e alle Province Autonome di Trento e Bolzano adottare il loro Piano Regionale di Governo delle Liste di Attesa (PRGLA) entro 60 giorni dalla stipula dell’Intesa e far sì che diventino realtà operative atte a migliorare l’accesso alle cure dei cittadini. Il ministero vigilerà sull’attuazione.
Nei Piani dovranno essere chiaramente garantiti e riportati i tempi massimi di attesa di tutte le prestazioni ambulatoriali e in regime di ricovero prevedendo, per esempio, l’utilizzo delle grandi apparecchiature di diagnostica per immagini per almeno l’80% della loro capacità produttiva. Inoltre, è stabilito che
“Sono certa – ha spiegato il ministro – che tutti insieme potremo mettere a disposizione dei cittadini, a prescindere dalla loro residenza, la sanità che si meritano e che la Costituzione garantisce e tutela. Questo Governo già nella legge di bilancio per il triennio 2019-21 ha messo a disposizione delle regioni importanti risorse (350 milioni ad hoc, che mai prima ad ora erano stati previsti) per potenziare i servizi di prenotazione implementando i Cup digitali e tutte le misure per rendere più efficiente il sistema”.
“Sono fiduciosa che ci sarà una grande collaborazione da parte di tutti gli attori coinvolti nel nuovo Piano già a partire dalla prossima settimana” ha concluso Grillo, anticipando la ripartenza dei lavori con le Regioni relativi alla stesura del prossimo Patto della Salute per gli anni 2019-21.
Entro 60 giorni dall’adozione del PRGLA, inoltre, le Aziende Sanitarie adotteranno un nuovo Programma Attuativo Aziendale o aggiorneranno quelle in uso, in coerenza con quanto definito in ambito regionale, inviandolo alla Regione che provvederà al monitoraggio delle iniziative e degli interventi attuati.
Osservatorio Nazionale sulle Liste di Attesa
Per la piena attuazione del PNGLA verrà istituito, presso la Direzione Generale della Programmazione Sanitaria, entro 120 giorni dalla stipula della presente Intesa, l’Osservatorio Nazionale sulle Liste di Attesa composto da rappresentanti del Ministero della Salute, dell’Agenas, di tutte le Regioni e Province Autonome, dell’Istituto Superiore di Sanità e dalle Organizzazioni civiche di tutela del diritto alla salute.
“Ho già dato mandato agli uffici del ministero per attivare al più presto l’Osservatorio Nazionale sulle Liste di Attesa che avrà un ruolo determinante. Infatti, oltre ad affiancare Regioni e Province Autonome nell’implementazione del Piano, provvederà a monitorare l’andamento degli interventi previsti dal presente atto, rilevare le criticità e fornire indicazioni per uniformare comportamenti, superare le disuguaglianze e rispondere in modo puntuale ai bisogni dei cittadini” ha precisato il ministro Grillo.
L’Osservatorio fornirà periodicamente elementi informativi, dati ed indicatori per il Nuovo Sistema di Garanzia dell’assistenza sanitaria di cui al Decreto Legislativo n. 56/2000.
Prestazioni in primo accesso e accessi successivi
Il Piano nazionale conferma l’obbligo di indicare chiaramente su tutte le prescrizioni il Quesito diagnostico, se trattasi di prestazioni in primo accesso o se trattasi di accesso successivo e, per le prestazioni in primo accesso, la Classe di priorità.
Il Quesito diagnostico descrive il problema di salute che motiva la richiesta da parte del medico di effettuare prestazioni e deve essere riferita all’insieme di prestazioni che confluiscono in una stessa ricetta.
Nelle prescrizioni deve essere chiaro se trattasi di prestazione in primo accesso (primo contatto del cittadino con il SSN per un dato problema clinico) o prestazione successiva al primo accesso (visita o prestazione di approfondimento, per pazienti presi in carico dal primo specialista, controlli, follow up).
Si prevede, inoltre, che le prestazioni successive al primo accesso siano prescritte dal professionista che ha preso in carico il paziente senza che questi sia rimandato al medico di famiglia per la prescrizione.
PNGLA: i tempi massimi di attesa
Il Piano stabilisce il rispetto di tempi massimi di attesa, che nelle singole Regioni non dovranno essere superiori a quelli indicati dal PNGLA, individuati nei loro PRGLA per tutte le prestazioni erogate sul proprio territorio.
I tempi di attesa saranno oggetto di monitoraggio e, in particolare, si distingue tra monitoraggio dei tempi di attesa delle prestazioni ambulatoriali, in modalità ex post ed ex ante, nonché per i ricoveri ospedalieri programmati.
I direttori generali delle aziende sanitarie saranno valutati anche in base al raggiungimento degli obiettivi di salute connessi agli adempimenti dei Lea: questo significa che chi non mette l’efficienza delle liste d’attesa al primo posto del suo mandato, potrà essere rimosso dall’incarico.
Prestazioni ambulatoriali
Per tutte le prestazioni ambulatoriali specialistiche garantite dal SSN, nelle procedure di prescrizione e prenotazione, sarà obbligatorio l’uso sistematico: dell’indicazione di prima visita/prestazione diagnostica o degli accessi successivi; del Quesito diagnostico; delle Classi di priorità.
In particolare, le classi di priorità saranno le seguenti:
- • U (Urgente) da eseguire nel più breve tempo possibile e, comunque, entro 72 ore;
- • B (Breve) da eseguire entro 10 giorni;
- • D (Differibile) da eseguire entro 30 giorni per le visite o 60 giorni per gli accertamenti diagnostici;
- • P (Programmata) da eseguire entro 120 giorni dal 2020 (fino ad allora il timing è di 180 giorni).
Per tutte le prestazioni ambulatoriali oggetto di monitoraggio (visite specialistiche e prestazioni strumentali), il tempo massimo di attesa indicato dalla Regione dovrà essere garantito (ai fini del monitoraggio) almeno per il 90% delle prenotazioni con Classi di priorità B e D, riferite a tutte le strutture sanitarie. La classe di priorità è obbligatoria solo per i primi accessi. A decorrere dal 1 gennaio 2020, il monitoraggio sarà esteso anche alla Classe P.
Prestazioni in regime di ricovero
Anche per tutti i ricoveri programmati le Regioni e Province Autonome dovranno prevedere l’uso sistematico delle Classi di priorità, definite in coerenza con quanto già indicato nell’ambito dell’Accordo dell’11 luglio 2002 e del PNCTA 2006-2008 e del PNGLA 2010-2012.
Il nuovo Piano prevede le seguenti classi di priorità:
– Classe A: ricovero entro 30 giorni per i casi clinici che potenzialmente possono aggravarsi rapidamente al punto da diventare emergenti, o comunque da recare grave pregiudizio alla prognosi;
– Classe B: ricovero entro 60 giorni per i casi clinici che presentano intenso dolore, o gravi disfunzioni, o grave disabilità ma che non manifestano la tendenza ad aggravarsi rapidamente al punto di diventare emergenti né possono per l’attesa ricevere grave pregiudizio alla prognosi;
– Classe C: Ricovero entro 180 giorni per i casi clinici che presentano minimo dolore, disfunzione o disabilità, e non manifestano tendenza ad aggravarsi né possono per l’attesa ricevere grave pregiudizio alla prognosi;
– Classe D: ricovero senza attesa massima definita per i casi clinici che non causano alcun dolore, disfunzione o disabilità. Questi casi devono comunque essere effettuati almeno entro 12 mesi.
Per i ricoveri l’inserimento nella lista di attesa tramite procedura informatizzata a livello regionale, delle Province Autonome o di singola azienda/istituzione privata accreditata, deve riguardare criteri di appropriatezza e priorità clinica.
Al fine di garantire la trasparenza, al momento dell’inserimento in lista di attesa, devono essere comunicate al cittadino informazioni sul suo ricovero, sulla Classe di priorità e i relativi tempi massimi d’attesa, oltre alle indicazioni organizzative previste (es. informazioni circa il pre-ricovero).
Ciascun paziente potrà richiedere di prendere visione della sua posizione nella lista di attesa per il ricovero facendone opportuna richiesta alla Direzione Sanitaria o Direzione Medica Ospedaliera.
Tempi d’attesa troppo lunghi? Il cittadino effettua la prestazione in privato
Qualora i tempi massimi non possano essere rispettati, il cittadino potrà ottenere la prestazione in intramoenia pagando solo il ticket. È previsto dalle linee di intervento che le regioni garantiranno per il governo delle liste di attesa.
I Piani Regionali, in particolare, dovranno garantire la definizione e l’applicazione di “percorsi di tutela” ovvero percorsi di accesso alternativi alle prestazioni specialistiche.
Questi dovranno prevedere, qualora sia superato il tempo massimo di attesa a livello istituzionale, anche l’attivazione di una specifica procedura che permetta al paziente residente e per le richieste di prime prestazioni in Classe di priorità la possibilità di effettuare la prestazione presso un erogatore privato accreditato nel rispetto dei tempi previsti dalla normativa vigente.
Attività libero professionale intramuraria
Al fine di contenere gli oneri a carico dei bilanci delle ASL, le prestazioni erogate dai medici in regime libero professionale in favore dell’Azienda costituiranno uno strumento eccezionale e temporaneo per il governo delle liste ed il contenimento dei tempi d’attesa, solo dopo aver utilizzato gli altri strumenti retributivi contrattuali nazionali e regionali.
In sostanza, si potranno utilizzare le prestazioni “private” dei medici, nella misura in cui possono contribuire a integrare l’offerta istituzionale, quando una ridotta disponibilità temporanea di prestazioni in regime istituzionale metta a rischio la garanzia di assicurare al cittadino le prestazioni all’interno dei tempi massimi regionali. Questa “libera professione aziendale” è concordata con i professionisti e sostenuta economicamente dall’Azienda, riservando al cittadino solo la eventuale partecipazione al costo.
Inoltre, in caso di superamento del rapporto tra l’attività in libera professione e in istituzionale sulle prestazioni erogate e/o di sforamento dei tempi di attesa massimi già individuati dalla Regione, si attua il blocco dell’attività libero professionale, fatta salva l’esecuzione delle prestazioni già prenotate.
Agende di prenotazione
Il Piano prevede la gestione trasparente e la totale visibilità delle Agende di prenotazione delle strutture pubbliche e private accreditate, nonché quelle dell’attività istituzionale e della libera professione intramuraria, da parte dei sistemi informativi aziendali e regionali.
Tutte le Agende di prenotazione devono essere gestite dai sistemi CUP e devono essere suddivise per Classi di priorità. Ancora, la gestione delle Agende deve essere improntata a criteri di flessibilità, in modo da evitare la sottoutilizzazione della capacità erogativa e massimizzare la capacità di assicurare il rispetto del tempo massimo di attesa per ciascuna Classe di priorità.