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RITORNO NEI NEGOZI, I CONSUMATORI CERCANO CONTATTO UMANO E TECNOLOGIA

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Igiene e sicurezza sono condizioni essenziali per i consumatori. Al ritorno nei negozi, i clienti cercano la riscoperta del contatto umano e un maggior uso della tecnologia. Fra le nuove abitudini, salirà l’e-commerce

Sabrina Bergamini

Igiene e sicurezza sono le condizioni essenziali per i consumatori che tornano a fare shopping nei negozi. Le procedure di distanziamento, i guanti, le mascherine, rendono però più complicato fare acquisti e rischiano di togliere allo shopping la dimensione di “gratificazione”. Il piacere di fare spese. Cosa cercano dunque i consumatori di ritorno nei negozi?

 

Oltre alla sicurezza, i desideri dei consumatori si dividono più o meno a metà fra quanti chiedono di riscoprire il contatto umano e quanti sollecitano un maggior uso di tecnologia digitale. Del resto gli acquisti fatti in quarantena sono sempre stati in solitaria, essenziali, dirottati su un maggior ricorso allo shopping online.

L’e-commerce è destinato a rinforzarsi ancora. E probabilmente continuerà il favore dei consumatori verso i negozi di quartiere. Sono più vicini, permettono di evitare assembramenti.

Ritorno nei negozi, le tendenze dello shopping post coronavirus

Ecco qui le tendenze dello shopping, fra aspirazioni, timori e desideri dei consumatori e necessità del settore retail di evolversi e interpretare le esigenze dei clienti nel dopo Covid. Il ritorno nei negozi da parte dei consumatori, dopo la prima settimana di apertura degli esercizi non alimentari, è tutto sommato graduale. Nella fase 2 prevale il desiderio di sicurezza. Per andare incontro ai clienti, i negozi dovrannoa puntare sul fattore umano e sulle tecnologie digitali.

Come devono attrezzarsi i negozi per soddisfare i nuovi bisogni dei consumatori? Ha cercato di capirlo un’indagine GfK, aggiornamento del monitoraggio che l’istituto sta facendo sugli effetti del coronavirus su mercati e consumatori.

«Anche se nelle ultime settimane le vendite on-line sono cresciute in maniera significativa per effetto del lockdown, il 63% degli italiani desidera ancora acquistare nel negozio fisico», evidenzia il sondaggio, fatto su un campione rappresentativo di italiani nella prima settimana di maggio.

Un aspetto fondamentale per attirare i consumatori è la sicurezza. Secondo le indagini GfK il 68% degli italiani ha intenzione di frequentare i negozi in grado di garantire le massime condizioni di igiene e sicurezza. Questo però significa che serviranno nuovi modi per rendere piacevole la visita in negozio, per far sì che lo shopping sia ancora gratificante, considerato il disagio di fare acquisti con mascherine, guanti, gel, distanziamento e misure di precauzione collettive.

Negozi, contatto umano e tecnologia

Nell’esperienza in negozio post coronavirus, evidenzia GfK, «i consumatori italiani sono divisi a metà, tra coloro che desiderano riscoprire il contatto umano all’interno dei negozi (49%) attraverso la presenza di personale, assistenza in negozio o promoter e coloro che invece preferirebbero trovarvi un maggiore utilizzo di tecnologie digitali (51%), compresi gli assistenti virtuali e i sistemi di intelligenza artificiale, che possono aiutare a mantenere un elevato livello di sicurezza nel punto vendita».

Shopping online e ritorno nei negozi di quartiere

Il ritorno nei negozi si accompagna ad altre due tendenze, legate ad abitudini emerse durante la quarantena: la scelta dei negozi di quartiere e la maggiore propensione allo shopping online. Un’indagine di Confesercenti-SWG diffusa poco prima dello scorso weekend dice che solo il 29% degli italiani è tornato a comprare in negozi di abbigliamento o servizi alla persona durante la settimana appena passata (ma il 26% pensava di fare shopping nel weekend).

Alcune abitudini di acquisto assunte durante il lockdown sembrano destinate a durare. L’88% dei consumatori dichiara che eviterà assembramenti e luoghi affollati. Il 68% ha riscoperto i negozi di quartiere e intende servirsene di più. Il 54% ha intenzione di comprare più spesso sul web.

Fra chi finora ha rinunciato agli acquisti, il 54% ha detto di non aver comprato nulla perché non ne aveva bisogno. Il 24% non è tornato nei negozi e nei bar per timori legati alla sicurezza. Il 14% ha detto che preferisce risparmiare.