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RESTO AL SUD PER PROFESSIONISTI E UNDER46 DALL’8 DICEMBRE

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di Lucia Izzo

Ampliata la platea di beneficiari dell’incentivo noto come “Resto al Sud”, agevolazione che mira a sostenere la nascita di nuove attività imprenditoriali nelle regioni del Mezzogiorno: l’accesso alle agevolazioni sarà ora consentito anche ai soggetti che svolgono attività libero-professionale e fino a 45 anni di età.

È l’effetto del decreto n. 134 del 5 agosto 2019, pubblicato in in Gazzetta Ufficiale il 23 novembre 2019 e in vigore dal prossimo 8 dicembre, che ha modificato il regolamento n. 174 del 9 novembre 2017, concernente la misura incentivante introdotta dal D.L. n. 91/2017.

Dopo la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale, quindi, anche gli under46 e i professionisti potranno presentare i progetti sulla piattaforma online di Invitalia.

 

Resto al Sud: i beneficiari

In un primo momento, l’agevolazione “Resto al Sud” era riservata all’avvio di attività d’impresa e fino a un limite massimo di età di 35 anni.

A seguito delle novità, invece, potranno presentare domanda di ammissione alle agevolazioni i soggetti di età compresa tra 18 e i 45 anni, purché siano costituiti, al momento della presentazione della domanda (o comunque successivamente al 21 giugno 2017), o si costituiscano in impresa individuale o società, anche cooperative, e le società tra professionisti.

Requisiti per accedere alle agevolazioni

Potranno chiedere di essere ammessi alle agevolazioni i soggetti che, al momento della presentazione della domanda, siano residenti in Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna e Sicilia oppure che scelgano di trasferirvi la propria residenza dopo aver presentato la domanda, entro massimo 60 giorni dall’eventuale esito positivo della valutazione (120 giorni se risiedi all’estero).

I beneficiari delle agevolazioni dovranno mantenere la residenza nelle suddette regioni, per tutta la durata del finanziamento.

I richiedenti, inoltre, non dovranno essere già titolari di attività di impresa in esercizio alla data del 21 giugno 2017, né potranno essere stati beneficiari, nell’ultimo triennio, a decorrere dalla data di presentazione della domanda, di ulteriori misure a livello nazionale a favore dell’autoimprenditorialità.

Liberi professionisti ammessi alle agevolazioni

Per quanto riguarda i liberi professionisti, ovvero gli iscritti in ordini o collegi professionali oppure esercenti professioni non organizzate in ordini o collegi, non dovranno essere titolari di partita IVA per l’esercizio di un’attività analoga a quella proposta nei 12 mesi precedenti la presentazione della domanda di agevolazione.

In particolare, non potranno presentare istanza i soggetti che risultano essere titolari, nei dodici mesi precedenti la presentazione della domanda, di partita IVA associata a un codice ATECO identico, fino alla terza cifra di classificazione delle attività economiche, a quello corrispondente all’attività oggetto domanda di ammissione alle agevolazioni.

Agevolazioni

Sono escluse dal finanziamento le attività agricole e il commercio, mentre invece con “Resto al Sud” è consentito avviare iniziative imprenditoriali per:

– produzione di beni nei settori industria, artigianato, trasformazione dei prodotti agricoli, pesca e acquacoltura;

– fornitura di servizi alle imprese e alle persone;

– turismo.

Il finanziamento copre il 100% delle spese ammissibili e consiste in un contributo a fondo perduto pari al 35% dell’investimento complessivo e in un finanziamento bancario pari al 65% dell’investimento complessivo, garantito dal Fondo di Garanzia per le PMI. Gli interessi del finanziamento sono interamente coperti da un contributo in conto interessi.

Resto al Sud è un incentivo a sportello, pertanto le domande verranno esaminate senza graduatorie in base all’ordine cronologico di arrivo.

Monitoraggio delle agevolazioni

Sarà l’Agenzia per la Coesione territoriale, nell’ambito delle proprie competenze, a garantire il monitoraggio delle agevolazioni concesse ai soggetti beneficiari, sulla base dei dati forniti dal Soggetto gestore della misura.

Dovrà essere assicurata comunque la valorizzazione dei seguenti indicatori:

  1. a) numero complessivo delle domande di contributo ricevute;
  2. b) numero delle iniziative approvate e ammesse alle agevolazioni;
  3. c) importo complessivo dei contributi concessi;
  4. d) importo degli investimenti attivati e dei finanziamenti degli istituti di credito accreditati ai beneficiari, impatto occupazionale e costo medio delle unità lavorative aggiunte generate dallo strumento agevolativo.