Niente risarcimento per il capitombolo subito da un uomo. Fatale la disattenzione da lui mostrata. Difatti, egli avrebbe potuto tranquillamente avvedersi del fatto che il tombino su cui è inciampato era caratterizzato da un leggero avvallamento. Esclusa la responsabilità del Comune.
Rovinosa caduta. Fatali lo shopping e le chiacchiere: questi elementi, difatti, attestano una soglia di attenzione bassissima, tale da spiegare la brutta caduta provocata da un tombino mal posizionato. Vittima del capitombolo un uomo, impegnato a passeggiare in una cittadina abruzzese parlando con gli amici e buttando un occhio alle vetrine. Per lui, quindi, nessuna ipotesi di risarcimento da parte del Comune (Cassazione Civile, ordinanza n. 25436/2019).
Attenzione. Facilmente ricostruito l’episodio, verificatosi lungo una strada di un paese in Abruzzo. Protagonista un uomo, finito rovinosamente a terra durante una passeggiata.
A suo dire la caduta – e le relative lesioni fisiche e morali – sono addebitabili al Comune, che non avrebbe provveduto a rendere sicura la strada da lui percorsa e caratterizzata da un tombino mal collocato.
Questa visione viene respinta prima in Tribunale, poi in Corte d’appello e ora in Cassazione. Per i Giudici, difatti, il capitombolo va addebitato solo alla scarsa attenzione prestata dall’uomo durante la passeggiata. In sostanza, si è appurato che «l’incidente si è verificato mentre l’uomo era distratto a guardare alcune vetrine e a parlare con alcuni amici» e non aveva perciò «posto attenzione al marciapiede e alla strada che stava attraversando al di fuori delle vicine strisce pedonali». Peraltro, «la strada era illuminata» e «il tombino», su cui è inciampato l’uomo, è risultato avere «solo un leggero avvallamento, non idoneo ad arrecare alcun nocumento» e, comunque, esso «era visibile» facilmente.
Tutti questi elementi sono più che sufficienti per escludere ogni ipotetica responsabilità del Comune e per respingere la richiesta di risarcimento presentata dall’uomo.