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QUASI 600 MILA GIOVANI ABBANDONANO PRESTO LA SCUOLA. DIECI VOLTE IN PIÙ DEI “CERVELLI IN FUGA”

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In Italia quasi 600 mila giovani fra i 18 e i 24 anni abbandonano precocemente la scuola. I “descolarizzati” sono dieci volte in più dei “cervelli in fuga”. Italia terza in Europa per abbandono scolastico. Al Sud riguarda quasi uno su cinque

Sabrina Bergamini

L’Italia è al terzo posto in Europa per abbandono scolastico dei giovani. Non c’è solo il fenomeno dei cervelli in fuga che dovrebbe preoccupare per il futuro del paese. Ci sono anche tanti, tantissimi giovani che lasciano presto la scuola, con al più la licenza media, ma non proseguono a studiare con qualifiche professionali, o attività formative, o altri corsi scolastici. Sono quasi 600 mila giovani, ha stimato la Cgia di Mestre, preoccupata anche della difficoltà per le imprese di reperire lavoratori qualificati.

 

Ma il numero è impressionante anche perché, nonostante sia in calo, questa flessione si è fermata e negli ultimi due anni è addirittura risalita. In Italia il 14,5% dei giovani abbandona prematuramente la scuola contro una media europea dell’11%. Al Sud lascia quasi un giovane su cinque.

Abbandono scolastico precoce per quasi 600 mila giovani

«Se nel 2018 sono stati 62 mila circa i cosiddetti “cervelli in fuga” che hanno lasciato l’Italia per trasferirsi all’estero, per contro, 598 mila giovani in età compresa tra i 18 e i 24 anni hanno abbandonato precocemente l’attività scolastica, rischiando di finire ai margini della nostra società».

Questa la denuncia della Cgia Mestre. Un dato impressionante anche perché la scarsa formazione rappresenta un problema non solo per il mondo del lavoro ma anche per il rischio che si riproducano senza sosta le disuguaglianze già presenti nella società. Povertà economica e povertà educativa spesso vanno insieme.

Sostiene il coordinatore dell’Ufficio Studi Cgia Paolo Zabeo: «Premesso che perdere oltre 60 mila giovani diplomati e laureati ogni anno costituisce un grave impoverimento culturale per il nostro Paese, è ancor più allarmante che quasi 600 mila ragazzi decidano di lasciare gli studi anticipatamente. Un numero, quest’ultimo, 10 volte superiore al primo. Un problema, quello degli descolarizzati, che stiamo colpevolmente sottovalutando, visto che nei prossimi anni, anche a seguito della denatalità in atto, le imprese rischiano di non poter contare su nuove maestranze sufficientemente preparate professionalmente. Un problema che già oggi comincia a farsi sentire in molte aree produttive, soprattutto del Nord».

Rischio povertà

Negli ultimi anni il fenomeno si è attenuato (nel 2008 lasciava il 19,6% dei giovani nella media nazionale italiana) ma un alto numero di giovani continua ad abbandonare prematuramente la scuola, anche dell’obbligo e questo, dice la Cgia, contribuisce ad aumentare la disoccupazione giovanile, il rischio povertà ed esclusione sociale.

«Una persona che non ha un livello minimo di istruzione, infatti, è in genere destinata per tutta la vita ad un lavoro dequalificato, spesso precario e con un livello retributivo molto basso, rispetto a quello cui potrebbe aspirare, almeno potenzialmente, se possedesse un titolo di studio medio-alto», dice la Cgia.

Si abbandona per tanti motivi, culturali, sociali ed economici.

«I ragazzi che provengono da ambienti socialmente svantaggiati e da famiglie con uno scarso livello di istruzione hanno maggiori probabilità di abbandonare la scuola prima di aver completato il percorso di studi. C’è anche un fattore di genere: ad abbandonare precocemente la scuola sono più i maschi che le femmine».

L’Italia al terzo posto in Ue per abbandono scolastico

Sebbene la fuga dai banchi di scuola sia in calo in tutta Europa, evidenzia la Cgia, nel 2018 l’Italia si colloca al terzo posto tra i 19 paesi dell’Area dell’euro per abbandono scolastico tra i giovani in età compresa tra 18 e 24 anni. In Italia questa percentuale si attesta al 14,5% (pari a circa 598 mila giovani) e solo Malta (17,4%)  e Spagna (17,9%) presentano dei risultati peggiori. La media europea è dell’11%. In Germania nel 2018 l’abbandono scolastico è al 10,3%, in Francia all’8,9%, in Irlanda al 5%.

Emergenza Sud

Al Sud quasi un ragazzo su cinque lascia la scuola in anticipo e questo è l’altro grande problema dell’abbandono scolastico, maggiore appunto nelle regioni del Mezzogiorno.

«Nel 2018 in Sardegna il 23% dei giovani ha lasciato la scuola prima del conseguimento del titolo di studio (diploma professionale, diploma di maturità, etc.). Seguono la Sicilia con il 22,1% e la Calabria con il 20,3% – denuncia la Cgia – Preoccupa la situazione di quest’ultima regione che rispetto a quasi tutte le altre è in controtendenza rispetto al dato relativo al 2008: l’abbandono scolastico in questi ultimi 10 anni è aumentato dell’1,8%».

Le regioni più virtuose sono invece Trentino Alto Adige e Friuli Venezia Giulia (entrambe con il 8,9%), Abruzzo (8,8%) e Umbria (8,4%).