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PRESTITI, L’EPIDEMIA SPINGE VERSO L’ALTO LE RICHIESTE DI LIQUIDITÀ

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I dati mostrano un vero e proprio boom nelle richieste di liquidità tramite prestiti: tassi convenienti e reali necessità

Elena Leoparco

Anche nel mondo dei prestiti si inizia a vedere l’effetto coronavirus. A rilevarlo è l’ultimo Osservatorio Prestiti di PrestitiOnline.it che ha analizzato le richieste di finanziamento da parte dei consumatori italiani nel mese di marzo.

“I dati mostrano un vero e proprio boom nelle richieste di liquidità, che sono arrivate a rappresentare il 22,8% del mercato. Un trend che nasce non solo dai tassi estremamente convenienti, inchiodati sui minimi storici, ma molto probabilmente anche da una reale necessità, visto il “lockdown” imposto dal governo- spiega Roberto Anedda, Direttore marketing di PrestitiOnline.it.

Cosa è successo al mercato

È dal 9 di marzo che molte partite Iva e attività produttive sono state costrette ad abbassare la saracinesca, perdendo in molti casi fino al 100% del fatturato mensile. La capacità produttiva (di beni e servizi), dunque, si è praticamente azzerata e come conseguenza alcuni lavoratori sono finiti in cassa integrazione, mentre altri hanno perso il “posto”.

Non sorprende, quindi, questa forte esigenza di liquidità, da parte sia delle famiglie sia delle imprese.

In costante aumento anche le richieste di prestiti ai fini del “consolidamento”, arrivate al 12,5%, mentre tutte le altre finalità perdono quota di mercato. Stabile, invece, l’importo medio richiesto, che si attesta a 10.783 euro.

Prestiti per casa e auto, le finalità più erogate

La casa e l’auto si confermano comunque i mercati principali per le erogazioni: i finanziamenti per i lavori di ristrutturazione (21%) e per arredamento (14%) contano per un complessivo 35%, mentre la finalità legata all’auto supera il 25%, per quanto molto sbilanciata sull’acquisto di auto usata (19,5%).

Le finalità “Liquidità” e “Consolidamento” crescono in maniera importante anche in termini di erogato, arrivando a rappresentare rispettivamente il 16,9% e l’8,4% del mercato (erano il 12% e il 4% circa nel 2019). Le quote si riducono rispetto ai livelli raggiunti sulle richieste, data la maggiore incidenza di parametri più a rischio e dei criteri di approvazione più stringenti da parte degli istituti per finalità storicamente valutate con un merito di credito più limitato come finalità principali nelle erogazioni.

A marzo, stando alle rilevazioni dell’ultimo Osservatorio Prestiti, l’importo medio erogato si è attestato a 10.893 euro, in crescita rispetto ai 10.259 euro del 2019. Un dato che potrebbe essere destinato a crescere, proprio in considerazione degli effetti di medio termine collegati al Covid-19.

Prevalgono i lavoratori dipendenti

La situazione di emergenza dettata dalla pandemia di Coronavirus non migliora la situazione per lavoratori autonomi e liberi professionisti.  Queste categorie hanno registrato un progressivo calo di quota dopo la crisi del 2012, scendendo complessivamente dal 13% all’8% delle erogazioni.

Le difficoltà sono evidenziate anche dai differenziali rispetto alla quota di richieste, che praticamente si dimezzano quando si valuta l’erogato, segnale inequivocabile di una maggiore difficoltà di accesso al credito per diverse fasce di questa categoria e di una minore flessibilità degli istituti nel valutare le capacità reddituali delle loro attività.