di Lucia Izzo
Estate per molti è sinonimo di vacanza rigorosamente al mare, di tintarella, bagni e vita da spiaggia. Tuttavia, anche quando si stacca dal tran tran quotidiano, è meglio rimanere sempre all’erta poiché al mare non tutto è concesso.
Estate, tutti i divieti in spiaggia
Da Nord a Sud, ogni regione pullula di norme e ordinanze che impongono ai bagnanti di comportarsi rispettando tutta una serie di disposizioni, pena sanzioni più salate dell’acqua di mare.
Ad esempio, tra i recenti divieti ha fatto particolarmente discutere quello introdotto dal Comune di Lerici che ha dichiarato guerra a chi bivacca sotto gli ombrelloni consumando panini e bevande. Una regola che non ha mancato di suscitare clamore e polemiche. Ma non è l’unico poiché molti arenili vietano, tra l’altro, di portare animali, di fumare, di portare via dalla spiaggia sabbia, conchiglie, sassolini e, ovviamente, di abbandonare rifiuti sul bagnasciuga.
Vietato abbandonare gli ombrelloni sulla spiaggia
Molti bagnanti, tuttavia, non sanno che c’è una prassi che può spingersi al punto da far scattare un reato ovvero quella di abbandonare in spiaggia il proprio ombrellone.
Anche quest’anno, infatti, molti Comuni italiani hanno ritenuto doveroso regolamentare questa pratica illecita posta in essere da molti allo scopo di “prenotare”, attraverso il posizionamento dell’ombrellone, il posto migliore sulla battigia, sottraendone così l’uso da parte della collettività.
Le ordinanze contro gli ombrelloni in spiaggia
Già nel 2018 in una sua ordinanza (n. 1/2018) la Regione Emilia Romagna ha esplicitamente vietato di lasciare sulle spiagge libere, oltre il tramonto del sole, ombrelloni, sedie, sdraio, tende, natanti o altre attrezzature comunque denominate.
Un divieto confermato in molti altri Comuni che hanno avviato controlli a tappeto sul litorale e fatto scattare la rimozione coattiva e senza formalità degli oggetti lasciati incustoditi sull’arenile o in zone limitrofe (ad esempio agganciati ad alberi o pali).
Contro la c.d. “apparecchiatura” degli arenili è intervenuta anche la Capitaneria che, sull’Isola d’Elba, ha controllato diverse aree libere del litorale verificandone l’occupazione abusiva con numerosi ombrelloni e sdraio lasciati incustoditi da ignoti dopo il calar del sole per assicurarsi un posto la mattina dopo, così impedendo ad altri il libero godimento della spiaggia.
Anche per il 2019 molti Comuni si sono mobilitati per sancire a chiare lettere il divieto di abbandono sulla spiaggia libera di ombrelloni e attrezzatura da mare.
A San Salvo, in provincia di Chieti, il responsabile del Servizio Manutenzione e Ambiente del Comune ha firmato un’ordinanza con la quale è fatto divieto di lasciare sulla spiaggia libera dopo il tramonto ombrelloni e attrezzatura da mare (lettini, sdraio, sedie e tende). Le attrezzature abbandonate rischiano il ritiro e, poiché considerate al pari dei rifiuti, lo smaltimento presso l’isola ecologica.
Un provvedimento che, come ha spiegato il Sindaco Tiziana Magnacca, “viene adottato ogni anno all’inizio della stagione estiva” e che “trova la sua motivazione soprattutto nel rispetto delle ordinanze emanate dalle Autorità Marittime e per una necessità pratica dovendo consentire alle ditte autorizzate di poter effettuare la pulizia della spiaggia libera con i mezzi meccanici”.
Ombrelloni abbandonati? Si rischiano multe, ma anche l’arresto
I trasgressori andranno incontro a sanzioni amministrative che possono arrivare a diverse centinaia di euro. Ma non è tutto, poiché chi abbandona il proprio ombrellone o altri oggetti rischia di incorrere anche nel reato di “Abusiva occupazione di spazio demaniale”.
L’art. 1161 del Codice della Navigazione, infatti, sanziona chiunque arbitrariamente occupa uno spazio del demanio marittimo o aeronautico o delle zone portuali della navigazione interna, ne impedisce l’uso pubblico o vi fa innovazioni non autorizzate, ovvero non osserva i vincoli cui è assoggettata la proprietà privata nelle zone prossime al demanio marittimo od agli aeroporti.
Quindi, chi lascia il proprio ombrellone in spiaggia per impadronirsi di un posto al sole o “in prima fila”, rischia l’arresto fino a sei mesi o l’ammenda fino a 516 euro, sempre che il fatto non costituisca un più grave reato.