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MEDICI: DA QUI AL 2025 MANCHERANNO OLTRE 16 MILA SPECIALISTI

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Pediatri, anestesisti, chirurghi. Rianimazione e terapia intensiva. Medicina d’urgenza e di emergenza. Da qui al 2025 mancheranno all’appello migliaia di medici in tutta Italia. Oltre 16 mila specialisti. E le carenze saranno particolarmente pesanti in Piemonte, dove mancheranno circa 2 mila camici bianchi, in Lombardia con una quota di poco inferiore, in Sicilia, con un ammanco di 2251 specialisti. L’unica eccezione sarà il Lazio, ma non in tutte le specializzazioni. Il dato viene da Anaao Assomed, l’associazione dei medici dirigenti, che ha stilato una mappa delle carenze di medici specialisti regione per regione.

 

Sono mancanze legate anche alle riforme pensionistiche. “La carenza di personale medico nelle corsie ospedaliere e nei servizi territoriali rischia di subire una ulteriore brusca accelerazione con l’introduzione della “Quota 100” prevista nella Legge di Bilancio 2019”, scrivono i dirigenti medici. Nel triennio 2019-2021 sono previste uscite di medici fra 6 mila e 7 mila l’anno, per circa 20 mila pensionamenti. Con Quota 100 se ne dovrebbero aggiungere altri 17/18 mila, che porterebbe i pensionamenti possibili a una quota di 38 mila. L’Anaao Assomed stime che l’uscita per Quota 100 si fermi al 25%: andrebbero in pensione circa 4500 medici.

Risultato? “Tra il 2018 e il 2025 dei circa 105.000 medici specialisti attualmente impiegati nella sanità pubblica ne potrebbero andare in pensione circa la metà: 52.500. Un esodo biblico che richiede interventi immediati e fortemente innovativi per attenuarne le conseguenze sulla quantità e qualità dei servizi erogati ai cittadini”. Per i dirigenti medici “è a rischio la qualità generale del sistema perché la velocità dei processi in atto non concederà il tempo necessario per il trasferimento di conoscenze dai medici più anziani a quelli con meno esperienza alle spalle”.

Nel periodo 2018-2025 l’analisi delle curve di pensionamento e dei nuovi specialisti dà come risultato la mancanza di circa 16.700 medici (con un margine di errore del 5%). “Le carenze più elevate – scrivono i dirigenti medici – si osservano in Piemonte e Lombardia al Nord (2004 e 1921, rispettivamente), Toscana al Centro (1793 medici), Puglia, Calabria e Sicilia al Sud e Isole (1686, 1410 e 2251, rispettivamente). Nessuna regione, con l’eccezione del Lazio, ma non in tutte le discipline, sarà in grado di soddisfare il disavanzo netto determinato dalla fuoriuscita di specialisti, accelerata dall’entrata in vigore di Quota 100”.

In tutte le regioni mancheranno medici anestesisti e rianimatori, chirurghi generali, internisti, cardiologi, ma anche ginecologi, psichiatri e ortopedici. Le specialità più carenti saranno però la medicina d’urgenza e la pediatria, che presentano mancanza di personale in quasi tutte le regioni.

È urgente dunque affrontare il problema della carenza di specialisti. Anche perché il confronto col resto d’Europa dice che l’Italia è dietro. Recenti dati Eurostat, dice Anaao Assomed, evidenziano che in Italia negli ospedali nel 2016 operavano circa 213 medici ogni 100.000 abitanti, mentre in Francia erano 264, in Germania 237 e in Spagna 227. Senza interventi in Italia nel 2025 si rischia di ridurre ancor di più la disponibilità di camici bianchi e di passare a 181 medici ogni 100.000 abitanti.