I consumatori cambiano abitudini di spesa e preferenze. Vanno meno negli ipermercati e più nei supermercati vicino casa, perché cercano di risparmiare tempo
Con lo smartphone in mano, l’e-commerce a portata di connessione, il supermercato dietro casa per fare acquisti veloci, risparmiare tempo, trovare cibi bio e prodotti ecologici. I consumatori stanno cambiando abitudini di spesa e preferenze, cercano una “esperienza di acquisto” al tempo stesso vicina e personalizzata. Vanno online, certo, ma sono anche offline e frequentano i negozi. Vanno meno negli ipermercati e più nei supermercati vicino casa. Meno a fare la grande spesa del fine settimana, più nei paraggi. E se lo shopping online guadagna spazio, è anche vero che – per dirla con uno slogan – il negozio è vivo e lotta insieme ai consumatori.
Tutto questo si sta però traducendo nella crisi, o quantomeno in una situazione complicata, per gli ipermercati. Si tratta, spiegano gli esperti di Tiendeo Italia, di un modello di business che «sta perdendo forza a favore dei supermercati: sembra infatti che i consumatori ora prediligano questa seconda tipologia di negozio».
«E non è tutto – afferma Jaume Molins, Country Manager di Tiendeo Italia – La vicinanza ha un grande peso nella scelta del luogo dedicato agli acquisti, e se una volta gli italiani preferivano la spesa del fine settimana per caricare la macchina di provviste, negli ultimi anni le abitudini quotidiane sono cambiate, e la velocità e il risparmio di tempo hanno preso il sopravvento».
Come cambia il consumatore
L’ideale del consumatore è allora il supermercato vicino casa, possibilmente provvisto di cibi pronti, eco e bio. Questo tipo di consumatore cambia preferenze e necessità, chiede uno shopping allo stesso tempo più vicino e personalizzato (al negozio oppure online).
E di certo ha cambiato la pianificazione e la scelta degli acquisti anche attraverso il ricorso alla tecnologia. Perché lo smartphone è diventato un assistente personale e permette di avere una marea di informazioni sul palmo della mano. Il consumatore, spiegano da Tiendeo, non è disilluso ma iperconnesso.
«Pertanto, parliamo di consumatori molto più esigenti e che fanno uso delle tecnologie per ottimizzare il tempo dedicato a queste mansioni e assicurarsi di fare una spesa intelligente», quello che in Tiendeo viene definito “smart shopper”.
In questo contesto aumenta il ricorso allo shopping online ma senza dimenticare il ruolo del negozio fisico, che continua ad avere un pregio e un valore aggiunto: «rendere tangibile l’esperienza di acquisto». Toccare le cose, insomma.
E-commerce e non solo
Da qui il suggerimento degli esperti: le marche non devono limitarsi a essere presenti online, ad aprire un sito internet e fare anche e-commerce, ma devono scegliere la omnicanalità e considerare che i consumatori si muovono ormai indifferentemente fra online e offline.
«Molte imprese – dicono da Tiendeo Italia – intendono la digitalizzazione come un equivalente della multicanalità, tuttavia non è sufficiente creare un sito internet corporativo o un e-commerce del negozio stesso, piuttosto è necessario tracciare una strategia omnichannel che potenzi trasversalmente i distinti canali di comunicazione disponibili e che in forma congiunta aiutano a incrementare le vendite. Lo smart shopper vuole essere conquistato non solo dal prodotto che gli si offre, ma soprattutto dall’esperienza che gli si dedica fino ad acquisirlo (e addirittura dopo)».