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INTEGRATORI ALIMENTARI, FENOMENO DI MASSA (E DI CHI SE LI PUÒ PERMETTERE)

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Una recente indagine di Eumetra evidenzia che il consumo di integratori alimentari è un “fenomeno di massa” che coinvolge circa la metà della popolazione. Qualcuno più degli altri: donne, giovani e chi ha uno “status sociale alto”

Sabrina Bergamini

Il consumo di integratori alimentari è «un fenomeno di massa, che coinvolge molti cittadini e muove una quota rilevante della nostra economia». A dirlo un’indagine di Eumetra sull’uso degli integratori alimentari fra gli italiani.

 

Il consumo di integratori riguarda più o meno la metà della popolazione. C’è anche un identikit privilegiato per chi usa integratori alimentari: è una consuetudine o una necessità condivisa soprattutto fra le donne, specialmente giovani, e in generale nella popolazione più giovane. Ma attenzione. Fa uso di integratori alimentari chi se le può permettere di più – Eumetra parla di “status sociale alto£ e di alto livello di istruzione. Più della metà di chi usa integratori alimentari lo fa per scelta individuale.

Gli italiani e gli integratori alimentari

I dati su uso e consumo degli integratori alimentari vengono da una recente ricerca “Benessere e Sostenibilità” condotta da Eumetra (su un campione di oltre 3.000 casi, rappresentativo della popolazione web residente in Italia).

«Il 50% degli intervistati dichiara di fare uso, talvolta o sovente, degli integratori alimentari».

Come si diceva, il consumo di integratori è più diffuso in alcuni profili di persone.

È più frequente fra le donne in giovane età e comunque nelle fasce di popolazione più giovane: fra i 18 e i 25 anni raggiunge il 53%, in pratica è “un mercato di massa”, dice Eurometra.

È un’abitudine più diffusa nelle grandi città. E appunto fra chi se lo può permettere.

«L’elemento determinante, come in tanti altri comportamenti, appare lo status sociale: fanno più uso degli integratori alimentari – dice Eumetra – coloro che se lo possono permettere più facilmente, tanto che risulta presente addirittura nel 63% di chi ha uno status sociale alto ed è particolarmente accentuato anche tra chi ha un elevato livello di istruzione».

Integratori alimentari sì, ma quali?

Di quali integratori alimentari stiamo parlando? La classifica nell’uso dei questi prodotti vede al primo posto quelli legati alla prevenzione, seguiti dai prodotti che danno energia e tono. Seguono gli integratori rivolti a disturbi specifici e quelli classificati del “benessere”.

Fra i consumatori di questo prodotto, dice Eumetra, «la netta maggioranza (72%) fa uso di integratori per la prevenzione, specie per le difese immunitarie. Questa è una consuetudine che si trova maggiormente nelle persone di mezza età tra i 45 e i 65 anni. Subito dopo la tipologia di integratori più utilizzata (70%) è quella degli energetici, per rinforzare il proprio tono personale. Questo specifico tipo di integratori è più usato dagli uomini e, come ci si poteva aspettare, dai giovanissimi fino ai 25 anni. Sempre in questo ambito, la maggioranza assume sali minerali. Meno – ma sempre molto – usati sono gli integratori volti a curare disturbi specifici, con particolare riguardo a quelli intestinali. Seguono infine gli integratori nell’ambito del benessere (depurazione, gambe pesanti, rinforzo di capelli, unghie, ecc.) il cui utilizzo raggiunge il 49%».

Uso saltuario su iniziativa individuale

Un’altra caratteristica nell’uso di integratori alimentari è che il consumo in gran parte non è continuativo. L’87% di chi li usa dice di assumerli in modo saltuario o soltanto in determinati periodi.

Dato interessante è il fatto che l’iniziativa di assumere integratori alimentari sia, in oltre la metà dei casi, della singola persona.

«Anche se una quota significativa (ben il 27%) anche se minoritaria, lo fa su consiglio del medico e molti meno (15%) su suggerimento del farmacista – dice Eumetra – Entrambe queste pratiche sono più adottate dalle donne, evidentemente più rigorose e attente degli uomini nell’assunzione di farmaci (e non solo)».

Gli integratori alimentari e la pandemia

Sul consumo e sulla diffusione degli integratori alimentari c’è da considerare poi la spinta data a questo mercato dalla pandemia. Secondo recenti dati FederSalus, il 58,4% dei cittadini «è un consumatore abituale di integratori alimentari».

L’uso di questi prodotti si è consolidato e ampliato nel 2020, nei mesi di scoppio della pandemia, quando il lockdown e l’emergenza sanitaria hanno catalizzato l’attenzione dei consumatori verso la necessità di mantenersi in forma. Risultato? Secondo FederSalus durante il lockdown c’è stato un boom di tutti quei prodotti legati all’aumento delle difese immunitarie. Nel primo quadrimestre 2020, rispetto allo stesso periodo del 2019, l’acquisto di supplementi a base di vitamina C è cresciuto del 237,8%.

I prodotti per il benessere respiratorio e gli immunostimolanti sono aumentati rispettivamente del 75,2% e del 64,5%. I prodotti per il colesterolo hanno sperimentato una crescita del 39%, seguiti dalle vitamine, minerali, immunostimolanti e probiotici (+28%) e dal sonno e rilassamento (+24%). Sono aumentati anche i prodotti per il benessere della gola (+12,1%) e vitamine del gruppo B (+10,9%). E sono aumentate le vendite online.