Gli insetticidi neonicotinoidi sono pericolosi per le api. La conferma viene dall’Autorità europea per la sicurezza alimentare (Efsa) che ha svolto nuove valutazioni sull’uso di queste sostanze. La maggior parte dei modi in cui i pesticidi neonicotinoidi vengono usati rappresenta un rischio per le api selvatiche e quelle mellifere. L’Autorità ha così aggiornato le proprie valutazioni del rischio relative a tre neonicotinoidi – clothianidin, imidacloprid e thiamethoxam – che sono attualmente soggetti a restrizioni nell’UE a causa della minaccia che rappresentano per le api. Greenpeace chiede un “bando permanente”.
Le nuove conclusioni, attese proprio per questo mese, aggiornano quelle pubblicate nel 2013. Nel 2013 la Commissione europea ha imposto restrizioni all’uso di clothianidin, imidacloprid e thiamethoxam in agricoltura, dopo il parere dell’Efsa che aveva messo in evidenza la correlazione fra l’impiego dei pesticidi e il declino nella popolazione delle api. E un prossimo voto, annuncia Greenpeace, ci sarà a marzo.
Per le nuove valutazioni l’Unità “Pesticidi” dell’Efsa ha effettuato un’estesa attività di raccolta dati, che ha compreso la revisione sistematica della letteratura scientifica, per raccogliere tutte le evidenze pubblicate dopo le valutazioni precedenti. Afferma Jose Tarazona, responsabile dell’unità Pesticidi dell’Efsa: “La disponibilità di una quantità così estesa di dati e le nostre linee guida ci hanno permesso di giungere a conclusioni molto dettagliate. Nelle conclusioni c’è variabilità dovuta a fattori come le specie di api, l’uso previsto del pesticida e la via di esposizione. Sono stati individuati alcuni rischi bassi, ma nel complesso è confermato il rischio per i tre tipi di api oggetto delle nostre valutazioni“. Le conclusioni dell’Autorità saranno ora messe a disposizione della Commissione europea e degli Stati che prenderanno in considerazione eventuali modifiche alle attuali restrizioni sull’uso di questi pesticidi.
“Le prove sono schiaccianti. I neonicotinoidi mettono gravemente a rischio le api, le coltivazioni e le piante che da esse vengono impollinate – ha detto Federica Ferrario, responsabile campagna Agricoltura di Greenpeace – L’Italia e gli altri Paesi europei devono smetterla di tergiversare e sostenere pienamente il bando permanente dei neonicotinoidi proposto dall’Ue. Sarebbe un primo passo concreto per prevenire il catastrofico collasso delle popolazioni di api”.
A marzo del 2017 la Commissione europea ha proposto un bando permanente ai tre neonicotinoidi, con l’eccezione del loro utilizzo nelle serre. I Paesi membri, annuncia Greenpeace, voteranno questa misura il prossimo 22 marzo, dopo che lo scorso dicembre il voto era stato rimandato, appunto per attendere la pubblicazione del rapporto dell’Efsa. “L’Italia si era già espressa negativamente al bando temporaneo votato nel 2013, per questo la domanda che facciamo è sempre la stessa, come voteranno i rappresentanti del nostro Paese il prossimo 22 marzo? – prosegue Ferrario – Al momento, dopo ripetute richieste e nonostante l’appello rivolto al ministro Martina da parte di quasi 140 mila persone, ancora si attende una risposta”. Oltre a imidacloprid, clothianidin e thiamethoxam, Greenpeace chiede anche il divieto per altri quattro neonicotinoidi, il cui uso è attualmente permesso in Ue: acetamiprid, thiacloprid, sulfoxaflor e flupyradifurone. L’utilizzo di questi quattro pesticidi è in continua crescita in sostituzione dei tre neonicotinoidi oggetto di restrizione temporanea.