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IL CLIMA CAMBIA, AUMENTA LA DEPRESSIONE: SALUTE A RISCHIO

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Depressione, ansia, insonnia: ci sono anche queste patologie fra le conseguenze del cambiamento climatico. Con un aumento generale di un grado Celsius, sono aumentate del 2% malattie quali depressione, stati d’ansia, paure, malesseri psichici generalizzati. Il dato viene dagli Stato Uniti e mette in evidenza quanto il clima abbia un impatto sulla salute. “Se il clima cambia, la salute peggiora”, dice un report dell’Istituto Superiore di Sanità che in questi giorni è impegnato è impegnato nel simposio internazionale Health and Climate Change. L’obiettivo è quello di arrivare a una Carta internazionale su salute e clima firmata da esperti, basata sulla scienza, che contenga le raccomandazioni e le azioni necessarie per contrastare e contenere i rischi sulla salute prodotti dai cambiamenti climatici.

 

Sostiene Walter Ricciardi, presidente dell’Istituto Superiore di Sanità: “L’OMS oggi ci dice che circa 250mila morti l’anno nei prossimi vent’anni saranno attribuibili, direttamente o indirettamente al cambiamento climatico. Come scienziati abbiamo il dovere di richiamare l’attenzione su questo problema, farlo diventare una priorità e indicare strategie per invertire questa drammatica tendenza prima che sia troppo tardi”.

“I cambiamenti climatici sono la vera minaccia globale di questo secolo e attraversano tutta la condizione umana e ambientale – prosegue Ricciardi – dalle ondate di calore, all’approvvigionamento idrico fino a quello alimentare e allo smaltimento dei rifiuti. La qualità della nostra vita, la nostra salute e la stessa nostra sopravvivenza sono quindi messe a serio rischio dai cambiamenti climatici prodotti soprattutto dall’inquinamento. Gestire queste trasformazioni, cambiare rotta è diventata la vera emergenza e la vera sfida”.

I cambiamenti climatici hanno causato l’aumento di eventi estremi, da alluvioni a ondate di calore, da allagamenti costieri all’estensione di nuovi vettori di malattia, in tutto il Sud Europa. Sono associati al peggioramento della qualità dell’aria, al rischio di incendi, al peggioramento della qualità e della disponibilità di acqua. L’Italia si presenta come un laboratorio per studiare gli effetti del cambiamento climatico, dice l’Iss: “Secondo le stime più recenti – si legge nel report dell’Istituto – in Italia entro il 2100 i giorni di ondata di calore aumenteranno in modo esponenziale, da 75 fino a 250 giorni all’anno, secondo i due scenari estremi di più basse e più alte emissioni di gas serra”.

Quali sono le ripercussioni sulla salute? L’inquinamento provoca malattie e decessi: secondo l’Organizzazione mondiale della Sanità sette milioni di persone ogni anno muoiono prematuramente di malattie non trasmissibili a causa dell’inquinamento. Con la sola riduzione del Pm10 si potrebbe ridurre la mortalità del 15% l’anno nelle città inquinate.

Gli eventi meteo estremi e il surriscaldamento globale favoriscono la diffusione delle infezioni collegate a insetti vettori, come è il caso della zanzara tigre (che aumenterà in Europa). Uno studio del 2010 fatto dall’Iss ha analizzato le malattie trasmesse da agenti legati in modo diretto o indiretto all’acqua, pubblicati nella banca dati del Ministero relativi ad alcune malattie nel periodo 2003/2009, e “si è visto, correlandoli ai dati presenti nel database delle alluvioni che l’incidenza di alcune patologie infettive (Epatite A, legionellosi, Malattie infettive) era incrementata in alcune regioni dove si erano verificati importanti eventi alluvionali”.

C’è poi un collegamento fra malattie mentali e clima. I dati vengono dal “Sistema di Sorveglianza Usa per la prevenzione dei fattori di rischio comportamentali” ed evidenziano che “a fronte del generale aumento di un grado Celsius, le patologie psicologiche di media entità sono salite del 2% – spiega il report dell’Iss – Le malattie rilevate includono: depressione, stati di ansia, insonnia, paure, malesseri psichici generalizzati. L’aumentata probabilità di eventi catastrofici dovuti al clima (inondazioni, incendi, perdita progressiva di terra coltivabile, tra gli altri) potrebbe generare o esasperare la reazione di individui già fragili – dice il report dell’Iss – Inoltre la progressiva riduzione di biodiversità animale e vegetale assieme alla variazione dei consueti parametri atmosferici stagionali fa percepire uno stato di disequilibrio che può indurre o almeno esacerbare condizioni patologiche anche lievi. Non a caso gli evoluzionisti e non pochi geologi hanno denominato Antropocene questa nostra attuale fase di spoliazione delle risorse terrestri, nella quale cresce la sofferenza mentale”.

A rischio c’è la salute dei bambini, più vulnerabili ai cambiamenti climatici, più fragili davanti a ondate di calore, allagamenti, umidità, grande presenza di pollini e quant’altro. I dati dell’Oms dicono che nel mondo “circa il 50% dei decessi in età pediatrica è causato da diarrea, malaria e infezioni delle basse vie respiratorie, tutti fattori di rischio associati ai cambiamenti climatici”. Se fa più caldo aumentano i ricoveri dei bambini per problemi respiratori. In Italia, dice l’Iss, “uno studio che ha valutato gli effetti del caldo sui ricoveri ospedalieri in bambini residenti in 12 aree ha evidenziato un significativo incremento del 12% nei ricoveri pediatrici per cause respiratorie, associato ad una variazione della temperatura giornaliera (pari in media a un incremento di circa 4 gradi °C)”.