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ECONOMIA CIRCOLARE, GLI ITALIANI PRONTI A IMPEGNARSI MA NON A SPENDERE DI PIÙ

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Al via EcoForum 2020 dedicato all’economia circolare. Sondaggio Ipsos: otto italiani su dieci sono disposti ad adottare un comportamento favorevole all’economia circolare, meno di due su dieci accetterebbe invece un prezzo più alto

Sabrina Bergamini

Otto italiani su dieci sono disposti a seguire comportamenti che favoriscano l’economia circolare. Soprattutto un impegno maggiore nello smaltimento dei rifiuti. Meno di due su dieci, però, accetterebbero prezzi più alti per sostenere questo modello di produzione e consumo fondato sulla riduzione, riuso e riciclo dei materiali e dei prodotti, per farli vivere più a lungo possibile.

Sono alcuni dei risultati del sondaggio Ipsos sull’economia circolare in Italia presentato nel corso di EcoForum. La manifestazione, organizzata da Legambiente, La Nuova Ecologia e Kyoto Club, quest’anno è tutta online ed è dedicata ai mercati dell’economia circolare.

 

Economia circolare, rivoluzione green

L’economia circolare, spiegano da EcoForum, rappresenta una «rivoluzione green» che «può svolgere un ruolo importante nel nuovo contesto di crisi sanitaria ed economica che l’Italia sta attraversando».

Questo modello di produzione e consumo, rivendicano gli organizzatori della manifestazione, può creare fino a un milione e mezzo di nuovi posti di lavoro, far risparmiare le imprese (600 miliardi l’anno) e porta indubbi benefici per la qualità dell’ambiente: fra il 2% e il 4% del taglio delle emissioni di gas serra.

«L’economia circolare può diventare un prezioso alleato per superare la crisi sanitaria-economica che l’Italia sta attraversando e deve essere, davvero, uno dei pilastri del Recovery Plan italiano».

Gli italiani e l’economia circolare

Qual è l’atteggiamento degli italiani verso l’economia circolare? Secondo il sondaggio Ipsos presentato per EcoForum (manifestazione che continua oggi con la presentazione dei Comuni Ricicloni) il 76% degli italiani conosce il concetto di sostenibilità e il 40% i principi alla base dell’economia circolare.

Per il 72% degli intervistati il Recovery Fund è importante per un rilancio green dell’economia all’insegna della circolarità, della sostenibilità e della lotta alla crisi climatica. Per il 61% dei cittadini è importante il ruolo dell’Europa nell’indirizzare verso lo sviluppo sostenibile mentre il Green Deal europeo è ancora poco conosciuto, visto che solo il 42% ne ha un’opinione positiva.

«Con il recepimento del pacchetto di direttive europee sull’economia circolare – ha detto Stefano Ciafani, presidente nazionale di Legambiente – si è definito il contesto in cui occorre muoversi da qui ai prossimi anni. Il raggiungimento, nei tempi previsti, degli obiettivi che l’Europa, e anche l’Italia, si è prefissata avverrà, però, se si faranno i giusti passi per completare al più presto la rivoluzione circolare del Paese e se si inserirà l’economia circolare tra i pilastri del Recovery Plan italiano».

Più impegno per l’economia circolare ma senza pagare di più

Gli italiani sono pronti a impegnarsi di più per l’economia circolare ma non a spendere di più.

Sempre secondo il sondaggio Ipsos, l’83% degli italiani è disposto ad adottare un comportamento a favore di questa economia. Il 41% è disposto a impegnarsi di più nello smaltimento dei rifiuti. Questo è il principale comportamento rivendicato. Gli italiani sono pronti ad accettare prodotti meno belli dal punto di vista estetico senza rinunciare alla loro efficacia. Diverso invece il discorso quando si tocca il fattore prezzo: meno di 2 italiani su 10 sono disposti ad accettare prezzi più elevati.

Smaltimento dei rifiuti sì, ma senza che questo sia nel giardino di casa. Oltre la metà degli italiani non è favorevole ad avere un impianto per il riciclo dei materiali ‘vicino’ alla propria abitazione.

Altri dati dicono che un italiano su due ritiene che ricerca ed innovazione possano dare un contributo positivo nella transizione verso la sostenibilità e l’economia circolare.

E le aziende? Esiste un interesse diffuso da parte della maggioranza delle aziende italiane ma solo una su quattro investe in modo convinto in sostenibilità già da tempo.