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COVID-19, COME CAMBIANO LE ABITUDINI DIGITALI DEGLI ITALIANI

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La pandemia cambia le abitudini digitali degli italiani. In casa vedono più tg e stanno sempre su WhatsApp. Aumenta Netflix e sale il tempo trascorso sui social media

Sabrina Bergamini

Incollati al telegiornale per sapere come sta andando la pandemia. Su WhatsApp tutto il giorno, per rimanere in contatto con familiari e amici. Su Netflix e Amazon Prime, per fuggire alla sovraesposizione di informazioni e cercare di rilassarsi un po’. Tutto nelle quattro mura di casa, perché questo è quello che viene richiesto per limitare il contagio da Covid-19. Il coronavirus ha cambiato le abitudini digitali degli italiani, sempre più connessi – Internet è la vera salvezza dei nuclei familiari separati, dei genitori in smartworking e dei figli in didattica a distanza. Sempre più coinvolti nella “economia dello stare a casa”, in inglese stay at home – economy, un fenomeno che sta accelerando e che porta a un aumento dell’e-commerce e delle diverse forme di intrattenimento che si possono fruire a casa (online entertainment).

 

Come cambiano le abitudini digitali: più tg e più WhatsApp

Mille italiani raccontano come il Covid-19 ha cambiato le loro abitudini e i loro comportamenti in uno studio di The Fool con GlobalWebIndex (Coronavirus Research, marzo 2020), fatto in diverse nazioni, che contiene anche un sondaggio sulla Digital Audience italiana. Il quadro viene da 1.000 rispondenti Internet-users, di età compresa tra 16 e 64 anni. E uno degli approfondimenti riguarda appunto il cambiamento nei comportamenti degli italiani (Release 1: Overview Global e Mercato Italiano).

Il primo effetto della pandemia è che «gli italiani guardano più telegiornali e passano più tempo sulle piattaforme di messaggistica».

Facilmente comprensibile. A casa ci si muove fra la ricerca di informazione e lo sforzo di rimanere in contatto con famiglie e amici.

«Con la diffusione della pandemia e l’inizio della quarantena, gli italiani sono stati chiamati al cambiamento delle proprie abitudini. Rispetto all’inizio della crisi sanitaria, si è speso maggior tempo in alcune attività condotte in casa – si legge nel report – Gli utenti sentono il bisogno di rimanere informati e di restare in contatto con amici; servizi di streaming e programmi TV sono tra le modalità preferite per trascorrere del tempo in casa. Circa il 35% degli italiani guarda più spesso il telegiornale, considerazione valida per tutte le fasce d’età tranne che per le più giovani, per cui si registra un aumento della fruizione degli show in streaming e del tempo speso sui social network. Solo le fasce di età più adulte dichiarano che guarderanno più programmi TV».

Le abitudini digitali in casa

Qual è dunque la classifica delle abitudini che stanno cambiando? Con la quarantena e la pandemia, il 35% degli italiani dichiara di guardare più spesso i TG; il 29% passa più tempo sulle piattaforme di messaggistica, da WhatsApp a Facebook Messenger.

Il 27% guarda più show e film in streaming, su Netflix e non solo, e il 24% guarda più canali televisivi.  Sempre il 24% dichiara di trascorrere più tempo sui social media, su Facebook, Twitter e Instagram.

Il 23% dichiara poi (non ne avevamo dubbi, considerati fenomeni come la carenza di lievito di birra) di trascorrere più tempo a cucinare.

Si passa più tempo a leggere e ad ascoltare audiolibri, al telefono, con i videogiochi e con le app. Meno marcato (più 9%) l’ascolto della radio e ancor meno la lettura dei giornali e delle riviste, che si fermano rispettivamente a più 8% e a più 6%.

Social media, gli italiani chiedono affidabilità

E i comportamenti di acquisto? Cambiano naturalmente anche quelli, perché molto viene rimandato al “dopo”. Un italiano su tre (35%) effettuerà infatti gli acquisti rimandati a causa del Covid-19 quando l’epidemia in Italia sarà finita.

Altro fenomeno interessante è la ricerca di affidabilità e di serietà che gli utenti ripongono nei social media.

«2 italiani su 3 vorrebbero che i Social filtrassero le Fake News, indicatore della volontà di acquisire una percezione necessaria ed effettiva della realtà – si legge nel report –  Inoltre, quasi il 60% vorrebbe che i social media avessero un ruolo proattivo nella vicenda coronavirus e che aiutassero le persone a far fronte all’emergenza».

Un buon 37% vorrebbe poi che i social aiutassero persone e comunità locali a rimanere in contatto fra loro.