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CORONAVIRUS, LA PAURA AIUTA LA DIFFUSIONE DELLE FAKE NEWS. COME RICONOSCERLE

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L’agenzia di comunicazione giornalistica Eo Ipso ha messo a punto alcuni suggerimenti per stanare le fake news che ruotano attorno all’epidemia del Coronavirus

Elena Leoparco

La paura fa Novanta, si dice. Ma in tempi di Coronavirus, la paura fa Fake News. In questi giorni il web, e di conseguenza i social, pullulano di ogni genere di informazione: le notizie “clamorose”, le scoperte “sensazionali”, i consigli “utili” e gli studi “del secolo” sono sulle homepage dei siti più diversi.

Ma in questo marasma di conoscenza, non è sempre tutto vero e bisogna fare molta attenzione nel selezionare le nostre fonti di informazione per non essere sopraffatti da un flusso di notizie inconcludenti e contribuire alla diffusione di fake news.

 

Tutti noi vorremmo leggere quanto prima titoli più rassicuranti su questa epidemia ma dobbiamo avere pazienza e affidarci a fonti certe e attendibili.

L’agenzia di comunicazione giornalistica Eo Ipso (www.eoipso.it) ha messo a punto alcuni suggerimenti per imparare a gestire le informazioni che troviamo online.

Come smascherare una fake news

Prima di tutto controllate la fonte. Sembrerà banale, ma non lo è. La notizia arriva da un giornale, da una testata on line, dal blog di un giornalista conosciuto? Possiamo stare tranquilli, perché i giornalisti hanno l’obbligo di controllare la veridicità di quello che pubblicano. Se, invece, chi pubblica non è un organo di informazione, ma un sito generico, meglio proseguire con i controlli. E due sono quelli da fare:

1) Risalire dalla news alla fonte originaria. Ad esempio, se una notizia parla di un’azienda, normalmente quell’informazione è reperibile anche sul sito istituzionale della stessa industria; se parla di un provvedimento istituzionale, certamente deve essere stato pubblicato anche sul sito dell’ente in questione. Se non si trova la corrispondenza, meglio dubitare.

2) Controllare se la stessa news è data da più fonti attendibili. Se una notizia clamorosa è vera, infatti, in poco tempo viene ribattuta da tutte le agenzie di stampa e dai media. Quindi, se il presunto «scoop» si trova solo su un sito generico, meglio dubitare.

Cosa fare se si trova una “clamorosa” notizia sui social?

Controllate che la persona che l’ha postata sia reale. Un trucco può essere controllare da quanto esiste il profilo. Quanti post ha? Se sono molto pochi, tipo due o tre, il rischio che sia un falso esiste. Ci sono almeno tre o quattro immagini della persona di quel profilo? Anche questo è dato indicativo: spesso i fake hanno una foto sola o non ne hanno. E sono pochi i profili reali senza una foto rispetto a quelli che la mettono. Su Facebook si può vedere se il profilo partecipa a dei gruppi e, anche, se non sono riservati, che amici ha. Sono tutte informazioni che ci aiutano a fare un quadro di chi sta dietro la notizia che ci viene data. Se ci si accorge che la notizia proviene da un fake, meglio segnalarlo, così da aiutare l’intera comunità a non farsi trarre in inganno.

Non condividere una notizia se non si è sicuri della sua veridicità

Non mettete reazioni a un post se non siete sicuri della fonte: le fake news spesso si diffondono facendo leva proprio sull’emozione di poter essere tra i primi a condividere con gli amici una notizia estremamente positiva o molto negativa.

“Mai come in questi tempi il giornalismo rigoroso e imparziale è così importante. Ed è essenziale la cosiddetta “stampa”: dai portali web locali ai grandi giornali – affermano Marino Pessina e Chiara Porta, Ceo e direttore responsabile di Eo Ipso- “Con meno della metà dei reporter che avevano una volta, le organizzazioni giornalistiche stanno aiutando le comunità a superare una crisi senza precedenti. E stanno riuscendo a svolgere l’altra funzione chiave della libera stampa in una democrazia: dare conto e commentare le azioni dei politici e dei funzionari pubblici”.