Home Sicurezza alimentare CIBO E NUOVE TENDENZE: A TAVOLA CRESCONO “FREE FROM” E “RICH IN”

CIBO E NUOVE TENDENZE: A TAVOLA CRESCONO “FREE FROM” E “RICH IN”

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Tempi duri per gli alimenti normali e tradizionali: oggi gli italiani preferiscono quelli “speciali”. Un vero e proprio successo per tutti i cibi orgogliosamente “Free from” e “Rich in”, ovvero quelli che si dichiarano in etichetta privi o ricchi di particolari componenti. La seconda edizione dell’Osservatorio Immagino Nielsen GS1 Italy rivela che sono questi due segmenti, agli antipodi tra di loro, il fenomeno più dinamico dello scenario alimentare italiano. Una polarizzazione delle scelte d’acquisto che sta allargandosi a tutte le categorie del food e che sta mutando l’approccio degli italiani alla spesa. Tanto che il mondo del “cibo senza” è diventato il più rappresentativo del largo consumo italiano in termini di giro d’affari: nell’anno terminante a giugno 2017, ha generato oltre 6,5 miliardi di euro di vendite in supermercati e ipermercati, mettendo a segno una crescita del 3,1%.

“Senza conservanti”, “pochi grassi” o “senza coloranti” poco importa: ciò che conta è che sia senza qualcosa. Il 18,4% dei 46.600 prodotti alimentari (esclusi acqua e alcolici) monitorati dall’Osservatorio Immagino ha in etichetta un claim che rimanda al mondo del free from.

Tuttavia, ad avere maggiore impatto sui consumatori sono i claim che rimandano alle tendenze del momento, come quelli che fanno riferimento al ridotto apporto di zuccheri, all’assenza di additivi o di olio di palma (vero trend setter in questo frangente con un +17,6% nelle vendite in valore).

Ma il claim che sta rapidamente scalando l’interesse degli italiani – e soprattutto delle “new family”, le famiglie con figli sotto i 7 anni – è “senza sale” o “a ridotto contenuto di sale”: oggi l’incidenza delle vendite di questi prodotti sul paniere dell’Osservatorio Immagino è pari allo 0,7% ma risulta in crescita del 7,2% nell’anno considerato.

Dall’altra parte della medaglia, si trovano i prodotti “Ricchi di” o “Arricchiti con” che vantano in etichetta l’alta concentrazione di un determinato componente salutare come fibre, vitamine, calcio e Omega 3.

Nell’anno terminante a giugno 2017, 3.989 prodotti (pari all’8,6% del perimetro di analisi) riportavano in etichetta un riferimento al concetto di rich-in. Il settore è in crescita: l’offerta è aumentata in un anno del 7,8%, con un giro d’affari che ha superato i 2,2 miliardi di euro, pari al 9,8% delle vendite del mass market monitorate dall’Osservatorio Immagino.

Tra i prodotti rich-in più apprezzati dagli italiani spiccano soprattutto quelli “integrali” (+14,2% di vendite in un anno) e quelli “ricchi di calcio” (+10,1%), segnando trend di crescita tra i più brillanti di tutto il largo consumo. Risultati positivi anche per i prodotti ricchi di Omega 3 (+9,2%) e di fibre (+5,3%). Unico dato negativo quello relativo agli alimenti ricchi o arricchiti in ferro, il cui giro d’affari è calato del 3,9%.