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BUONI PASTO QUI! TICKET: “INACCETTABILE IL SILENZIO DELLE ISTITUZIONI”

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Sono decine di migliaia gli esercizi pubblici, tra bar e ristoranti, che devono ancora recuperare i corrispettivi per i buoni pasto accettati in forza della convenzione in essere con Qui! Group, l’azienda di distribuzione di buoni pasto Qui! Ticket fallita da mesi, con ammanchi per singola impresa che superano i 50mila euro. All’inizio del mese di agosto scorso, il Ministro Giulia Bongiorno aveva annunciato di avere “sboccato la situazione” e che a partire dal 6 agosto il servizio di erogazione dei buoni pasto sarebbe ripreso regolarmente dal momento che era stato individuato un nuovo fornitore.

 

Tutto risolto, quindi, per quanto riguarda il lato dei dipendenti pubblici che da tempo trovavano grosse difficoltà a spendere i ticket della Qui! Group: una folta schiera di esercenti, infatti, stanchi di non esser rimborsati dalla società, aveva deciso di non accettarli, rendendo il loro valore pari a quello della carta straccia. Considerando che il valore di un buono pasto è di 7 euro e si lavora in media 20 giorni al mese, ogni lavoratore dei circa 100 mila interessati, rischiava di rimetterci 140 euro, una cifra che per chi guadagna meno rappresenta il 10% dello stipendio.

Allo stato attuale, però, resta senza soluzione la situazione degli esercenti. “Siamo estremamente preoccupati del silenzio del governo sulla questione”, dichiara Giancarlo Banchieri, presidente nazionale di Fiepet, l’associazione che riunisce i pubblici esercizi Confesercenti. “Dopo un primo ed unico incontro, lo scorso settembre, al Ministero dello sviluppo economico, non abbiamo saputo più nulla. Non c’è stata alcuna comunicazione e sembra che le promesse e la solidarietà siano state dimenticate”.

“Per questo”, conclude il presidente di Fiepet, “domandiamo che sia riconvocato con estrema urgenza il tavolo di crisi. Cogliamo anche l’occasione per rivolgere un appello a tutte le federazioni di categoria, per avanzare unitariamente al Ministro Di Maio la richiesta di un incontro per restituire, finalmente, certezze al settore”.