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ALTERNATIVE ALLA CARNE, MERCATO IN CRESCITA E CONSUMI PIÙ SOSTENIBILI

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Il mercato delle alternative alla carne vale circa 4,6 miliardi di dollari a livello globale e supererà i sei miliardi entro quattro anni con una quota del 39% in Europa

Elena Leoparco

Il consumo eccessivo di carne animale impatta negativamente sull’ambiente. Ad aver preso consapevolezza di questo sono ormai sempre più persone che guardano con interesse crescente alle alternative vegetali per salsicce e bistecche.

D’altra parte, anche le aziende produttrici hanno afferrato il cambio di prospettiva di una fetta sempre più consistente di consumatori e si sono impegnata a trovare e mettere sul mercato prodotti alternativi alla carne. Si tratta di un settore che il mercato delle alternative alla carne vale circa 4,6 miliardi di dollari a livello globale e supererà i sei miliardi entro quattro anni con una quota del 39% in Europa.

 

Consumatori e alternative alla carne

Secondo un’indagine Ipsos, il 45% degli italiani introdurrebbe questi prodotti sostitutivi della carne nella propria alimentazione per il benessere del pianeta. Percentuale che sale al 60% tra gli Under24, quando si dimostra il basso impatto ambientale di questo nuovo stile alimentare.

Tuttavia, rileva l’indagine effettuata per Findus, al momento questa tipologia di prodotti gode di una conoscenza superficiale, tanto che la percentuale maggiore del campione intervistato (il 40%) ha dichiarato di conoscerli “solo di nome”, contro il 28% che invece già li conosce o li ha provati. Al contempo, però, cresce anche la fetta di curiosi: il 29% ha affermato di volerli introdurre nella propria dieta in un prossimo futuro, percentuale che raddoppia (60%) tra chi invece li conosce bene. Lo studio, inoltre, sottolinea come nel corso degli anni sia aumentata la conoscenza del concetto di sostenibilità, che oggi è importante per 9 consumatori su 10.

Ma quali sono le qualità ricercate da chi li sceglie? Ai primi posti, praticamente a pari merito, con rispettivamente il 37% e il 36%, ci sono motivi legati alla salute e il loro essere sostenibili. Sull’ultimo gradino del podio, più distanziati (27%), i motivi legati all’etica e al benessere animale.