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ABBRONZATURA SI, SCOTTATURE NO. I CONSIGLI DEGLI ESPERTI PER EVITARE DANNI ALLA PELLE

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Cosa utilizzare per evitare eritemi e scottature e come sopravvivere in spiaggia quando ci si espone al sole

Elena Leoparco

Sole, mare, spiaggia implicano una sola cosa: tintarella. Abbandonare il colorito spento e bianchiccio dell’inverno è sicuramente tra gli obiettivi di chi organizza una vacanza estiva.

Ogni anno, gli amanti dell’abbronzatura si scambiano consigli per ottenere il miglior effetto dorato, uniforme e duraturo. Ma bisogna fare molta attenzione anche alle problematiche cutanee che l’esposizione al sole può comportare.

 

Ecco i consigli di esperti e dermatologi su cosa occorre conoscere prima di esporsi ai raggi solari e per sapere quali sono le regole principali per un’abbronzatura senza rischi. Le buone pratiche sono emerse da uno studio di In a Bottle (www.inabottle.it) condotto su un panel di oltre 30 esperti tra dermatologi e medici per sondare quali siano i consigli per un’abbronzatura perfetta.

Raggi UVB e raggi UVB: che differenza c’è?

Tanto per cominciare, diciamo che esistono due diverse tipologie di raggi ultravioletti che possono provocare danni alla pelle. La prima riguarda i raggi ultravioletti B, responsabili dell’eritema e della scottatura, presenti nel nostro clima continentale soprattutto nelle ore centrali della giornata, maggiormente in estate, e che non passano attraverso il vetro.

I raggi ultravioletti A, invece, non sono schermati dal vetro e sono responsabili della pigmentazione, quindi sia dell’abbronzatura che del fotoinvecchiamento e delle lesioni che possono diventare precancerose per quanto riguarda la componente epidermica dei cheratinociti. Questi sono presenti nell’arco di tutta la giornata e anche in inverno. I danni causati da eritemi e scottature sono dovuti all’esposizione di una pelle, esposta in modo aggressivo e senza protezione alla radiazione solare.

Quali sono i sintomi principali di una scottatura?

«L’eritema solare si manifesta attraverso la comparsa di micro papulette arrossate, soprattutto sul petto e sul dorso, per poi diventare scottature di primo grado con un arrossamento o di secondo grado con la comparsa di vesciche e bolle che vanno a seccarsi ed a formare un’escoriazione – afferma Magda Belmontesi, medico chirurgo specializzato in Dermatologia – Le scottature solari ripetute da un lato accelerano i processi d’invecchiamento, dall’altro favoriscono la comparsa di lesioni precancerose della pelle».

Occorre precisare che l’azione del sole non riguarda solo lo stare al mare o in montagna, ma è legata a tutto l’arco dell’anno, in particolare durante il periodo estivo. A livello preventivo è possibile lavorare su due fronti: da un lato attraverso l’utilizzo di una protezione solare inizialmente alta, per poi scalarla gradualmente nell’arco del tempo, che consente alla pelle di adattarsi al sole; dall’altro grazie all’uso diintegratori fotoprotettivi, prescritti dal medico di famiglia e iniziando l’applicazione tre settimane prima dell’esposizione solare, qualora si siano già riscontrate problematiche di tipo cutaneo o si abbia una pelle particolarmente chiara o irritabile.

La prevenzione è facile e non mette a rischio l’abbronzatura: essa sarà graduale per cui la pelle non sarà ustionata, non compariranno macchie, verrà favorita la creazione progressiva di melanina, il nostro pigmento nonché prima fotoprotezione naturale della pelle, e si avrà un’abbronzatura più marcata, uniforme e prematura.

Un alleato fondamentale per l’abbronzatura è l’idratazione

«E’ consigliato bere molto, possibilmente bevande non gasate e zuccherate come spremute di frutta, the freddo e soprattutto acqua, in particolare quelle integrate con sali minerali»- afferma la dott.ssa Belmontesi.

Inoltre coloro che trascorrono la maggior parte della giornata all’aperto e mangiano fuori, non devono dimenticarsi che con temperature elevate è importante consumare cibi leggeri come insalata, frutta, pesce leggero, yogurt. Tutto ciò consente il giusto apporto di sali minerali e antiossidanti, non affatica l’apparato digestivo e non accentua le problematiche dovute al calore.