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VODAFONE OFFERTE FIBRA, ANTITRUST APRE PROCEDIMENTO PER PRATICA SCORRETTA

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Anche le offerte Fibra di Vodafone finiscono nel mirino dell’Antitrust. Dopo i procedimenti aperti verso le altre società di tlc, questa volta è il turno di Vodafone. L’Autorità garante della concorrenza ha infatti deciso di contestare all’azienda la continuazione di una pratica scorretta che era già stata segnalata lo scorso anno e che riguarda la scarsa chiarezza con cui viene pubblicizzata l’offerta di connettività a Internet in fibra ottica.

 

Ad aprile 2018, si legge nel bollettino pubblicato ieri, l’Antitrust aveva accertato che Vodafone Italia aveva realizzato una pratica commerciale scorretta “per aver omesso o non adeguatamente evidenziato informazioni su: caratteristiche dell’offerta di connettività a internet in fibra ottica; esistenza di limitazioni – tecnologiche, geografiche di copertura della rete, di capacità trasmissiva – dei servizi in fibra ottica; differenze di servizi disponibili e di performance in funzione dell’infrastruttura utilizzata per offrire il collegamento in fibra”.

Di fronte ai claim usati per pubblicizzare l’offerta, che enfatizzavano le massime prestazioni in termini di velocità e affidabilità della navigazione, il consumatore – spiega l’Autorità – non è stato messo in condizione di individuare le reali potenzialità della connessione, compresa l’effettiva velocità di navigazione. Le campagne pubblicitarie inoltre non indicavano con chiarezza che per raggiungere le velocità massima pubblicizzata fosse necessario attivare un’opzione aggiuntiva a pagamento (gratuita solo per un periodo limitato). Dopo dodici mesi, il costo aumentava infatti di cinque euro al mese.

Si legge nell’alert dell’Antitrust: “La pratica risulta continuata con riferimento all’assenza di adeguati richiami che, a fronte del permanere di claim enfatici sulle prestazioni dei servizi di connettività basati sulla “fibra”, informino il consumatore di possibili limitazioni tecnologiche o geografiche”. Da qui la decisione di avviare un procedimento per non aver ottemperato alla delibera di aprile e per l’eventuale irrogazione della sanzione pecuniaria.