ANTONELLA BORALEVI
Migliaia di donne e uomini, a Roma, a Milano, in Europa, nel mondo, ieri, erano in strada con gli striscioni contro la violenza sulle donne. In molti cortei si ballava, si suonavano tamburelli, si alzavano braccia al cielo. Chilometri di scarpe rosse, centinaia di selfie con la faccia imbrattata da uno sfregio colorato di rosso. Più che rabbia, determinazione. E anche, direi, un po’ di spettacolo.
Perché abitiamo dentro la “societá dello spettacolo”, e lo show diventa una necessità.
E magari capita anche che qualcuno salti sul carro della lotta alla violenza sulle donne, anche per guadagnarsi un pezzettino di visibilitá.
Ma ora, basta. Lo scopo è stato raggiunto. La violenza sulle donne non é più il segreto della vergogna. Ce l’abbiamo fatta.
Serve il Secondo Passo.
Step 2.
É per questo, io credo, che bisogna manifestare adesso. Ha ragione il Presidente Mattarella: troppo poche le denunce. Perché? 8 donne su 10, tra quelle ammazzate, avevano denunciato. Ma noi non abbiamo saputo proteggerle.
La legge sul femminicidio non basta. Quella antistalker, nemmeno. Serve che i violenti sappiano che non sono i più forti. Che se una donna trova il coraggio di denunciarli, non sará lei a dover scappare di casa. Sará l’uomo violento a essere prelevato da carabinieri e polizia. E messo in stato di fermo per accertamenti.
Serve che sia tolto il limite dei 21 giorni, alla prognosi per lesioni, che nei Pronto Soccorso obbliga all’arresto del colpevole. Perché i medici hanno paura di ritorsioni. E spesso si fermano a 10 giorni, a 15. E il violento resta in casa. E la vittima, in quella casa, ci deve tornare. E non é difficile immaginare come reagisce un uomo violento, sulla donna che lo ha denunciato.
Serve una legge che stabilisca la responsabilitá penale delle istituzioni dello Stato che hanno raccolto la denuncia, ma non vi hanno dato seguito. O hanno indirizzato la donna ai centri antiviolenza, lavandosene di fatto le mani.
Serve che le condanne comminate ai violenti non prevedano sconti di pena. Ma educazione e ri-educazione al rispetto, alla empatia, al controllo della rabbia. Alla capacitá di chiedere aiuto per tenerla a bada.
Serve lo Step 2.
Ora lo slogan diventa “Proteggiamo le donne”. Se riusciremo a farlo, avremo vinto.
Io credo.