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UNC: TARI IN BOLLETTA, LA LEGA CI RIPROVA. EMENDAMENTO AL DL SEMPLIFICAZIONE

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Non è passata nella legge di Bilancio dello scorso dicembre ma potrebbe ora arrivare nel dl semplificazione. È la Tari in bolletta, l’inserimento della tassa sui rifiuti nella bolletta della luce. A dirlo è l’Unione Nazionale Consumatori che oggi denuncia: “La Lega ci riprova ad inserire la Tari nella bolletta della luce”. La possibilità viene fortemente criticata dall’associazione e bollata come una “complicazione” in una bolletta che già rappresenta “un mistero irrisolto”. Come si legge su Termometro Politico, l’emendamento ha finalità anti-evasione e prevede il pagamento della Tari a cadenza bimestrale.

 

Riguarderebbe solo i Comuni in situazione di dissesto finanziario e di rischio, che a quel punto avrebbero la possibilità di accordarsi con le aziende elettriche per inserire la Tari nella bolletta della luce. Immediata la reazione dei Consumatori.

“Credevamo di averla scampata, visto che alla fine nella Legge di Bilancio non era passato nel maxiemendamento del Governo l’inserimento della Tari nella bolletta della luce per aiutare i comuni in dissesto. E invece no! Ci riprovano nel dl semplificazione! – commenta Marco Vignola, responsabile del settore energia dell’Unione Nazionale Consumatori – Incredibile, non c’è limite al peggio. Errare è umano, ma perseverare è diabolico! Peraltro è una beffa che in un disegno di legge sulla semplificazione, si introduca una complicazione, rendendo la bolletta della luce, già un mistero irrisolto di questo Paese, ancora più un rompicapo di quello che è già. Chiediamo al Governo di fare subito chiarezza su questa posizione dei senatori della Lega, tutelando i contribuenti italiani da questo abuso bello e buono. Non è possibile – prosegue Vignola – che la bolletta della luce diventi un calderone dove inserire, dopo il canone Rai, pure la Tari.

Conclude Vignola: “Lo Statuto del contribuente, la legge più violata d’Italia, stabilisce il diritto all’informazione del contribuente, chiarezza e trasparenza delle disposizioni tributarie, rapporti tra contribuente e amministrazione finanziaria improntati al principio della collaborazione e della buona fede. Insomma, l’opposto di quanto vogliono questi senatori della Lega”.