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TURISMO MEDICALE: 14MLN DI PERSONE IN VIAGGIO PER CURE MEDICHE

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Italia candidata a pieno titolo a diventare una tra le destinazioni primarie di turismo medicale, un fenomeno sociale ed economico complesso che ha un valore stimato globale di oltre 100 miliardi di dollari all’anno e interessa circa 14 milioni di pazienti che si spostano dal proprio luogo di residenza per cercare cure all’estero e si aggiungono a chi si muove, per gli stessi motivi, all’interno della propria nazione.

Di questa nuova tendenza si è parlato ad Intercare, la prima Fiera e Congresso Internazionale di Turismo Medicale, organizza con BIT, fiera leader nel Turismo.

Secondo una ricerca della Commissione Trasporti e Turismo dell’Unione Europea, rilasciata la scorsa estate, all’interno dei 28 stati dell’Unione sono stati registrati 56 milioni di arrivi nazionali e poco più di 5 milioni internazionali. Di questi, il 4,3% era legato a motivi di salute (quasi il 6% degli arrivi nazionali e poco più dell’1% di quelli internazionali), con un valore globale di 47 miliardi di euro, il 4,6% del fatturato dell’intero comparto turistico europeo.

Più elevata l’incidenza della salute nella motivazione dei viaggi in entrata da paesi extra Ue, che arriva al 6% del totale. Le motivazioni principali che spingono a spostarsi per curarsi sono rappresentate dal costo del trattamento, da lunghe liste di attesa, dalla ricerca di specialisti di alto livello o terapie non disponibili o non accessibili nel proprio Paese, per esempio, per normative legali.

E l’Italia? Secondo le stime dell’Osservatorio OCPS-SDA Bocconi, il nostro Paese genera oggi un valore pari a 2 miliardi di euro, che secondo gli osservatori internazionali potrebbe arrivare a 4, implementando l’offerta di servizi sanitari e turistici offerti agli stranieri. Il saldo per ora è ancora negativo, con circa 200.000 italiani che vanno oltre confine cercando, prevalentemente, prestazioni meno care in chirurgia dentale, estetica e ricostitutiva, trapianto dei capelli.

Solo 5.000 gli stranieri arrivati in Italia – principalmente da Paesi Arabi, Russia, Svizzera, Balcani – spinti però dalla ricerca di trattamenti ad alto tasso di specializzazione in neurologia, cardiochirurgia, oncologia, chirurgia bariatrica e ortopedia. Questo si riflette sulla spesa media che oscilla tra i 20 e i 70 mila euro, senza calcolare le spese generate dal corollario turistico.

La posta in palio è alta”, afferma Alessandro Santambrogio, cofondatore e direttore marketing di Intercare, “Il costo sempre minore del trasporto aereo ha notevolmente migliorato l’accessibilità alle cure, soprattutto per pazienti che provengono da Paesi con sistemi sanitari carenti o che hanno lunghe liste di attesa. Questo fattore, unito alla disponibilità sempre maggiore di informazioni sul web, traina la crescita di un comparto che, in poco tempo, ha raggiunto valori considerevoli e continua a crescere a ritmo sostenuto”.