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STILI DI VITA E ALIMENTARI, COME SI CAMBIA NELL’ERA COVID

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Ci sono nuovi stili alimentari, di vita e affettivi nel Rapporto Coop 2020 che fotografa i cambiamenti degli italiani nell’era Covid: “vita in una bolla”, cucina in casa e attenzione al digitale e alla sostenibilità

Sabrina Bergamini

Gli stili di vita degli italiani vanno avanti e indietro. Con la pandemia e il lockdown sono tornati indietro il Pil procapite, la spesa in viaggi, i consumi fuori casa. Con la stessa pandemia c’è stato un balzo in avanti verso il digitale, lo smartworking (+770% rispetto a un anno fa) e la digitalizzazione certamente forzata del lavoro, della scuola e della sanità. Come pure delle relazioni sociali.

 

Nuovi stili di vita e nuovi stili alimentari accompagnano l’era Covid, che ha avuto un effetto di “macchina del tempo”. È uno stile in cui, soprattutto, si vive «sospesi in una bolla». È la bolla della propria casa, della vita affettiva e dello spazio digitale. La «vita in una bolla» è una delle metafore con cui Coop fotografa i nuovi stili di vita degli italiani nel Rapporto Coop 2020.

Stili di vita: la vita in una bolla

«È la bolla digitale – spiega Coop – che crea cluster chiusi e autoreferenziali, la bolla della vita affettiva che si autodelimita (pur generando soddisfazione), gli spostamenti che diventano di corto raggio e la comfort zone della casa che rassicura.  Tra le mura domestiche piuttosto che altrove ci si nutre (41% prevede di ridurre la spesa prevista nel prossimo anno alla voce ristoranti), ci si diverte (44% la quota di chi nel 2021 ridurrà la spesa per intrattenimenti vari fuori casa), si incontrano amici e familiari (o a casa propria o a casa loro)».

A questo si aggiunge il rischio di rimanere intrappolati nella propria bolla sociale e informativa, chiusa e autoreferenziale, dove arrivano solo le informazioni che confermano il proprio orientamento.

«L’esplosione nell’uso dei social, il dilagare della fruizione di contenuti on demand, l’assenza di un confronto sociale ampio – prosegue la Coop –  sono elementi che coinvolgono e coinvolgeranno una parte oramai sempre più ampia della popolazione (il 30% degli italiani nel 2021 aumenterà il tempo trascorso su internet e il 19% quello passato sui social)».

I nuovi stili di vita alimentari

Fra gli stili di vita che cambiano ci sono anche quelli alimentari. Gli italiani durante il lockdown sono tornati in cucina, hanno messo le mani in pasta, si sono riscoperti pizzaioli e pasticceri, invertendo la tendenza rispetto al passato. Il cibo è sempre più fatto in casa, di qualità e sostenibile.

C’è un cambiamento di rotta rispetto al 2019, evidenzia il Rapporto Coop.

«Allora era fuga dai fornelli, un fenomeno che in realtà continuava in progressione costante tanto da dimezzare in 20 anni il tempo passato a cucinare ogni giorno ridotto allora a appena 37 minuti. Complice il lockdown invece gli italiani hanno rimesso le mani in pasta e anche nel postcovid il cook@home è una costante che spiega la forte crescita nelle vendite degli ingredienti base (+28.5% in GDO su base annua) a fronte della contrazione dei piatti pronti (-2,2%)».

A giugno la vendita dei robot da cucina ha segnato più 111% rispetto all’anno precedente. Gli italiani continueranno a cucinare in casa: il 30% dedicherà ancora più tempo alla preparazione del cibo e il 33% sperimenterà di più. 1 su 3 lo farà per “mangiare cose salutari”, ma c’è anche un 16% che lo ritiene un modo per mettersi al riparo da possibili occasioni di contagio.

Efood e sostenibilità

Il nuovo stile alimentare comprende un rinnovato valore per l’italianità dei prodotti (importante per un consumatore su due, e lo era anche prima). Le questioni di sicurezza spingono poi il cibo confezionato nel packaging protettivo, anche per l’ortofrutta, i salumi e i latticini. Nel carrello della spesa estivo riacquista forza il gourmet (+16.9%), l’etnico (+15,4%) e il vegan (+6,9%).

Dopo il boom del lockdown non accenna a diminuire nemmeno la corsa all’efood.

«A fianco dell’ecommerce puro però gli italiani sembrano voler scegliere soluzioni miste; il click&collect ad esempio passa dal 7.2% delle vendite on line del 2019 al 15,6% nella fase successiva alla pandemia. E c’è anche chi (è il 42%) ritiene comunque importante il consiglio del negoziante/addetto al banco a riprova che la parola chiave sembra essere sempre più la multicanalità».

La spesa digitale è comunque più diffusa nelle famiglie con redditi alti.

Si conferma infine l’attenzione alla sostenibilità anche negli stili di vita alimentari. Una sorta di “coscienza green” che sembra piacere agli italiani più di altri concittadini europei.

«Il 27% degli abitanti del Bel Paese – spiega la Coop – acquista prodotti sostenibili/ecofriendly di più rispetto a prima del Covid (i francesi e gli spagnoli seguono distanziati con un 18% in percentuale); il 21%, in questo caso appaiati agli spagnoli, ha aumentato gli acquisti in punti vendita che promuovono prodotti sostenibili (contro un 17% degli americani e un 15% dei tedeschi) e il 20% acquista di più da aziende che operano nel rispetto dei lavoratori. Degno di considerazione anche quell’1.700.000 di italiani che sperimenteranno gli acquisti green per la prima volta a emergenza finita».