100 grammi di cibo a giorno a testa gettato nella pattumiera, vale a dire 36,92 Kg di alimenti all’anno per ognuno sprecati a cui corrisponde un costo pari a 250 euro. Sono i numeri reali dello spreco alimentare, raccolti e analizzati per la prima volta in Italia dai “Diari di Famiglia dello spreco”, nell’ambito della campagna Spreco Zero di Last Minute Market e in vista della quinta Giornata Nazionale di prevenzione dello spreco alimentare del 5 febbraio 2018.
400 famiglie italiane, più un campione significativo di supermercati e mense scolastiche, hanno restituito la fotografia della situazione del nostro Paese.
Secondo i dati presentati questa mattina, la famiglia media spreca circa 1,5 kg di cibo ogni settimana e soprattutto a cena, quando si spreca in media 1 volta e mezzo più che a pranzo. A finire nel cestino sono principalmente le verdure, in media per quasi 20 grammi, pari al 25,6% dello spreco totale giornaliero (in un anno significa sprecare 7,1 kg di verdure). Subito dopo vengono latte e latticini con 13,16 grammi al giorno, pari al 17,6% dello spreco totale quotidiano, per 4,8 kg all’anno. A seguire la frutta (12,24 g) e i prodotti da forno (8,8 g).
“Le stime del 2015 evidenziavano come si sprecassero 63 Kg di cibo a testa. I dati emersi dal progetto Reduce indicano come vi sia un calo dello spreco a livello domestico e le indagini fatte con i Diari di famiglia ci hanno dimostrato come lo spreco nel 2017 si sia attestato sui 37 kg pro capite. Questo sta a dimostrare che una corretta campagna di sensibilizzazione concertata tra istituzioni come in questo caso ministero, parlamento e università, possa produrre grandi risultati”, ha dichiarato il sottosegretario del Ministero dell’Ambiente, Barbara Degani.
“Bilancia e taccuino alla mano, gli italiani sprecano circa 37 kg di cibo all’anno, contro gli 84 kg del dato precedente, con un risparmio di 110 € in 365 giorni. Adesso è il momento di rilanciare su due proposte chiave: l’inserimento dell’educazione alimentare come materia di studio dalle scuole primarie, e la richiesta di una normativa comune europea da promuovere anche attraverso l’Anno europeo dedicato alla prevenzione dello spreco alimentare”, ha osservato l’agroeconomista, Andrea Segrè.
Tra i vari consigli suggeriti per ridurre gli sprechi alimentari, Coldiretti suggerisce di fare la spesa a chilometri zero, in filiere corte con l’acquisto di prodotti locali. Questa abitudine, dicono dall’associazione, contribuisce a tagliare del 60% lo spreco alimentare rispetto ai sistemi alimentari tradizionali.
In Italia sta crescendo la sensibilità ambientale, sottolinea la Coldiretti, con 30 milioni di italiani che fanno la spesa dal contadino almeno una volta al mese, in aumento nel 2017 dell’11%. Il risultato è che, secondo l’analisi Coldiretti su uno studio Ispra, lo spreco alimentare scende dal 40-60% per i sistemi alimentari di grande distribuzione alimentare ad appena il 15-25% per gli acquisti diretti dal produttore agricolo.
Coloro che si approvvigionano esclusivamente tramite reti alimentari alternative sprecano meno perché i cibi in vendita sono più freschi e durano di più e perché non devono percorrere lunghe distanze con le emissioni in atmosfera dovute alla combustione di benzina e gasolio.
“Acquistare prodotti a chilometri zero è un segnale di attenzione al proprio territorio, alla tutela dell’ambiente e del paesaggio che ci circonda, ma anche un sostegno all’economia e all’occupazione locale”, ha affermato il presidente della Coldiretti, Roberto Moncalvo, nel sottolineare che “si tratta di una responsabilità sociale che si è diffusa tra i cittadini nel tempo della crisi con la crescita dei mercati contadini che in Italia che sono diventati non solo luogo di consumo, ma anche momenti di educazione, socializzazione, cultura e solidarietà”.