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RC AUTO, IVASS: PREZZI SCENDONO DEL 6,3%. CONSUMATORI: CALI INSUFFICIENTI

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Il prezzo medio della garanzia Rc auto cala a 367 euro, secondo l’analisi dell’Ivass. Consumatori: “Riduzioni minime. Con le restrizioni le tariffe sarebbero dovuto crollare”

Prosegue il trend decrescente del prezzo per la garanzia Rc auto nel primo trimestre del 2021. Secondo l’analisi IPER sull’andamento dei prezzi, condotta dall’IVASS, il prezzo medio effettivo pagato per la garanzia Rc auto è di 367 euro, in riduzione del 6,3% su base annua (circa 25 euro).

Costi Rc auto, differenze territoriali

Secondo quanto rilevato dall’IVASS, il 50% degli assicurati paga meno di 330 euro e solo il 10% paga meno di 201 euro.

I prezzi risultano però fortemente differenziati tra le province. La dispersione a livello geografico è misurata dall’andamento del differenziale tra il premio medio imponibile di Napoli e Aosta, storicamente le province più e meno costose.

In particolare, il premio medio si è ridotto in maniera più accentuata al Centro-Sud (ad esempio: Catanzaro ˗9,1 per cento; Roma -8,4 per cento; Prato -8,3 per cento; Crotone e Taranto -8,1 per cento); ma anche in alcune aree del Nord si osservano riduzioni di prezzo significative (Milano ˗7,8 per cento; Bologna -7,3 per cento).

Scende, inoltre, il differenziale di premio tra Napoli e Aosta, pari a 211 euro e in calo, dunque, del 5% su base annua.

La scatola nera

L’analisi IPER indaga anche le principali clausole contrattuali, incluse quelle relative alla presenza della cosiddetta “scatola nera”, ovvero dei sistemi telematici, installati sul veicolo, finalizzati alla registrazione di dati relativi ai chilometri percorsi e agli stili di guida.

Secondo le rilevazioni IVASS, il 22,1% delle polizze stipulate nel primo trimestre del 2021 prevede una clausola con effetti di riduzione del premio legata alla presenza di scatola nera.

E, per quanto riguarda, il tasso di penetrazione di tali sistemi, questo risulta stabile rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente: varia, infatti, dal 4,6% di Bolzano al 67,3% di Caserta.

Rc auto, per i Consumatori si tratta di cali minimi e inadeguati

Secondo Massimiliano Donapresidente dell’Unione Nazionale Consumatori, il calo rilevato dall’IVASS è “vergognoso”.

“Con lockdown il prezzo dell’rc auto sarebbe dovuto letteralmente precipitare. Con il crollo dei sinistri, che in alcuni periodi, come tra febbraio e novembre 2020, è stato pari al 35%, con un risparmio conseguente per le imprese di assicurazione tra 2,5 e 3,6 miliardi di euro, la riduzione del premio rc auto avrebbe dovuto essere almeno il triplo di 25 euro” conclude Dona.

Analogo il parere del Codacons, secondo cui “a fronte di una riduzione del 40% degli incidenti stradali nel 2020, le tariffe rc auto sono calate solo del 6,3% nel I trimestre del 2021, dando vita ad un evidente squilibrio e ad una beffa a danno dei cittadini”.

“Il calo dei prezzi delle polizze appare minimo e inadeguato, soprattutto se si considera il crollo degli incidenti e le auto rimaste ferme nei garage. Per questo chiediamo al Governo Draghi di intervenire, introducendo forme di rimborso obbligatorio in favore degli assicurati per tutte le imprese assicuratrici”, conclude il Codacons.

Anche per Assoutenti, si tratta di “una riduzione delle tariffe ridicola, che rappresenta una presa in giro per milioni di assicurati italiani”.

“Mentre in Italia il numero di incidenti è crollato del -35% tra marzo e novembre, e del -40% nel periodo gennaio-giugno 2020, e nonostante le auto siano rimaste sempre più ferme nei garage a causa di zone rosse e limiti agli spostamenti, i prezzi dell’Rc auto subiscono riduzioni minime. I neopatentati poi, subiscono ancora oggi tariffe proibitive, che raggiungono 980 euro a Napoli, a dimostrazione che il problema del caro-polizza non è stato ancora risolto in Italia”, spiega il presidente Furio Truzzi.

“Una presunta riduzione di poco o più del 6% dei prezzi delle polizze RC auto significa che le compagnie hanno trattenuto buona parte dei profitti generati dalla riduzione dei sinistri del 2020: questo è un segno chiaro di mancanza di pressione competitiva, di un impianto normativo da rivedere radicalmente, di una autorità di vigilanza da riformare con urgenza e dalla mancanza di una vera portabilità dei certificati assicurativi, che potrebbe portare ad un abbattimento reale delle tariffe”, conclude Truzzi.