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RACCOLTA DIFFERENZIATA DEI RIFIUTI, GLI ITALIANI SI IMPEGNANO DI PIÙ MA PAGANO TANTO

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La raccolta differenziata dei rifiuti raggiunge il 55,5%, in aumento di tre punti. Aumenta anche la quota di famiglie che differenziano i rifiuti. Ma per sette famiglie su dieci il costo da sostenere è troppo alto

Sabrina Bergamini

Nel 2017 la raccolta differenziata raggiunge il 55,5% sul totale dei rifiuti, in aumento del 3% rispetto all’anno precedente. Ed è in costante aumento la quota di famiglie che differenziano i rifiuti. Allo stesso tempo, gli italiani considerano troppo caro il servizio offerto: pensano di pagare troppo. È il quadro di sintesi dell’Istat che ha diffuso oggi il Report sulla raccolta differenziata dei rifiuti 2017-2018.

 

Nel 2018, l’87,1% delle famiglie effettua con regolarità la raccolta differenziata della plastica (era il 39,7% nel 1998), il 71,3% dell’alluminio (era il 27,8%), l’86,6% della carta (46,9% dieci anni prima) e l’85,9% del vetro (52,6% del 1998).

Nel 2017 la quantità raccolta di rifiuti urbani è di 488,7 kg per abitante, in calo dell’1,6%. I livelli più alti di produzione di rifiuti urbani si rilevano in Emilia-Romagna (642,2 kg per abitante) e Toscana (600,0). Il Molise (377,0) e la Basilicata (345,2), invece, sono le regioni in cui se ne producono di meno.

La differenziata per Regioni

La frequenza della raccolta differenziata dei rifiuti urbani, spiega l’Istat, varia sul territorio: livelli molto elevati si registrano nella provincia autonoma di Trento (74,6%), in Veneto (73,6%), in Lombardia (69,6%), nella provincia autonoma di Bolzano (68,5%) e in Friuli-Venezia Giulia (65,5%). In queste stesse zone la quantità pro capite di rifiuti urbani è inferiore o prossima alla media Italia.

Le famiglie residenti nel Nord differenziano maggiormente i rifiuti rispetto alle altre zone del Paese. Il primato si conferma per le famiglie delle regioni del Nord-ovest: vetro 92,1%; contenitori in alluminio 76,3%, quelli in plastica 92,5% e la carta 91,6%.

Per 7 famiglie su 10 costi troppo alti

Allo stesso tempo però il costo della raccolta dei rifiuti è troppo alto per 7 famiglie su 10. Sempre nel 2018, il 68,2% delle famiglie ritiene infatti di sostenere un costo elevato per la raccolta dei rifiuti, il 28,2% lo giudica adeguato e solo lo 0,7% dice di pagare un prezzo basso.

Il costo del servizio, spiega l’Istat, è giudicato meno soddisfacente nelle aree dove non c’è ancora una diffusione ottimale dei vari servizi di raccolta differenziata dei rifiuti.

Si stima che le famiglie residenti nelle Isole siano dunque le più insoddisfatte: giudicano elevato il costo nel 79,4 dei casi, quota che scende al 58,9% nelle regioni del Nord-ovest.

UNC: rivedere la Tari

Bene ma non basta, commenta l’Unione Nazionale Consumatori davanti a una differenziata al 55.5%.

«Un miglioramento insufficiente. I dati di oggi dimostrano che i cittadini sono ben disposti a fare la raccolta differenziata, laddove è possibile, come dimostra il fatto che l’87,1% delle famiglie la effettua per la plastica. Sono i comuni, insomma, a non essere virtuosi – commenta Massimiliano Dona, presidente dell’Unione Nazionale Consumatori – Un fatto ancor più grave se si considera che il 68,2% delle famiglie reputa troppo elevato il costo della raccolta dei rifiuti. Più il comune è inefficiente nello svolgere il servizio, infatti, più i cittadini debbono pagare, dato che la Tari deve assicurare la copertura dei costi sia di investimento che di gestione».

Per l’UNC la Tari è una tassa che «va rivista, anche perché è basata sulle dimensioni della casa e sul numero di componenti della famiglia invece di essere commisurata all’entità dei rifiuti prodotti».