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POVERTÀ FAMIGLIE, DATI ANCORA ALLARMANTI NONOSTANTE IL CALO

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Sono quasi 1,7 milioni le famiglie in condizione di povertà assoluta con una incidenza pari al 6,4% per un totale di 4,6 milioni di individui

Elena Leoparco

Dopo quattro anni di aumento, si riducono per la prima volta il numero e la quota di famiglie in povertà assoluta pur rimanendo su livelli molto superiori a quelli precedenti la crisi del 2008-2009.

In base ai dati pubblicati oggi dall’Istat, sono quasi 1,7 milioni le famiglie in condizione di povertà assoluta con una incidenza pari al 6,4% (7,0% nel 2018), per un numero complessivo di quasi 4,6 milioni di individui (7,7% del totale, 8,4% nel 2018).

 

Resta stabile il numero di famiglie in condizioni di povertà relativa: nel 2019 sono poco meno di 3 milioni (11,4%) cui corrispondono 8,8 milioni di persone (14,7% del totale).

Reddito di cittadinanza abbassa la povertà

Nel Mezzogiorno la povertà familiare scende dal 10,0% all’8,6% e quella individuale dall’11,4% al 10,1%. Anche nel Centro la povertà degli individui residenti registra una riduzione significativa, dal 6,6% del 2018 al 5,6%.

La diminuzione della povertà assoluta si deve in gran parte al miglioramento, nel 2019, dei livelli di spesa delle famiglie meno abbienti (in una situazione di stasi dei consumi a livello nazionale). L’andamento positivo si è verificato in concomitanza dell’introduzione del Reddito di cittadinanza (che ha sostituito il Reddito di inclusione) e ha interessato, nella seconda parte del 2019, oltre un milione di famiglie in difficoltà.

Povertà assoluta, le più colpite sono le famiglie numerose

Nel 2019 si conferma un’incidenza di povertà assoluta più elevata tra le famiglie con un maggior numero di componenti: 9,6% tra quelle con quattro componenti e 16,2% tra quelle con cinque e più. Si attesta invece attorno al 6% tra le famiglie di tre componenti, sostanzialmente in linea con il dato medio.

La povertà, inoltre, aumenta in presenza di figli conviventi, soprattutto se minori, passando dal 6,5% delle famiglie con un figlio minore al 20,2% di quelle con tre o più figli minori. Anche tra le famiglie monogenitore la povertà è più diffusa rispetto alla media, con un’incidenza dell’8,9%, ma in attenuazione rispetto all’anno precedente, quando era pari a 11,4%.

In generale, la povertà familiare presenta un andamento decrescente all’aumentare dell’età della persona di riferimento: le famiglie di giovani hanno più frequentemente minori capacità di spesa poiché dispongono di redditi mediamente più bassi e hanno minori risparmi accumulati nel corso della vita o beni ereditati.

Minori, ancora troppi in povertà assoluta

Nel 2019, la povertà assoluta in Italia colpisce 1 milione 137mila minori (11,4% rispetto al 7,7% degli individui a livello nazionale; 12,6% nel 2018). L’incidenza varia dal 7,2% del Centro al 14,8% del Mezzogiorno. Rispetto al 2018 le condizioni dei minori migliorano sia a livello nazionale sia al Centro (da 10,1% a 7,2%). Disaggregando per età, l’incidenza si conferma più elevata nelle classi 7-13 anni (12,9%) e 4-6 anni (11,7%) rispetto alle classi 0-3 anni (9,7%) e 14-17 anni (10,5%), quest’ultima in particolare miglioramento rispetto all’anno precedente (12,9%).

Le famiglie con minori in povertà assoluta sono oltre 619mila, con un’incidenza del 9,7% (oltre tre punti più alta del valore medio di 6,4%). La maggiore criticità per le famiglie con minori emerge anche in termini di intensità della povertà, con un valore pari al 23,0% contro il 20,3% del dato generale. Oltre a essere più spesso povere, le famiglie con minori sono anche in condizioni di disagio più marcato.

UNC, Reddito di cittadinanza non basta

“I dati della povertà restano vergognosi e non degni di un Paese civile. Il reddito di cittadinanza non basta”, commenta Massimiliano Dona, presidente dell’Unione Nazionale Consumatori.

“Il calo della povertà assoluta dipende certo dal reddito di cittadinanza ma è troppo lieve ed insufficiente considerato che rispetto al 2018 l’ha ridotta, per le famiglie, di appena 0,6 punti percentuali, dell’8,6% e che comunque il dato del 2019, 6,4% di famiglie povere, è il terzo peggior risultato di sempre, ossia dall’inizio delle serie storiche iniziate nel 2005, dopo il 7% del 2018 ed il 6,9% del 2017”, prosegue Dona.

Secondo il presidente Dona, il problema del reddito è che la platea dei beneficiari è insufficiente, visto che attualmente il pagamento del beneficio copre solo 2,8 milioni di persone contro 4,593 milioni di poveri, ossia il 61% dei poveri assoluti e che l’importo medio mensile per un nucleo familiare è di soli 519 euro, insufficiente per superare la linea di povertà di un single, pari, secondo i dati resi noti oggi, a 656,97 euro.

Codacons, il Coronavirus peggiorerà la situazione

I dati sulla povertà in Italia continuano ad essere ancora allarmanti, e i numeri dimostrano come la strada per eliminare le disuguaglianze sociali ed economiche nel nostro paese sia ancora molto lunga. Restano inoltre forti differenze sul territorio, con il Mezzogiorno che registra l’8,6% di famiglie povere, quasi il doppio rispetto al Centro (4,5%), a dimostrazione di come le regioni del Sud restino indietro rispetto al resto d’Italia.

“Tuttavia i numeri odierni dell’Istat sono destinati ad essere spazzati via e appaiono già superati: l’emergenza coronavirus determinerà una impennata della povertà nel nostro paese, con numeri che purtroppo risulteranno in forte crescita nel 2020” – conclude Rienzi.