Hashtag #ipiutassati, mobilitazione di piazza durante il fine settimana appena trascorso e nel prossimo weekend del 17 e 18 marzo. La richiesta: un fisco amico degli animali, perché vivere con un amico a quattro zampe non sia più considerato un lusso. Questa la richiesta che arriva in questi giorni dalla Lav, che ha lanciato una petizione per chiedere a Governo e Parlamento una riduzione dell’Iva sul cibo e sulle cure per cani e gatti, un aumento delle detrazioni sulle spese veterinarie e la possibilità di avere farmaci meno costosi per gli animali di famiglia.
“Ti sei mai chiesto chi sono i più tassati in famiglia? – dice la Lav – Sono i cani e i gatti, e quindi le famiglie che li ospitano, costrette a pagare il 22% di IVA su tutte le scatolette, crocchette e per le cure dei quattrozampe. E come se non bastasse, la detrazione fiscale delle spese veterinarie è davvero molto limitata; elevato, invece, il costo dei farmaci veterinari che è in media cinque volte maggiore rispetto al farmaco umano con lo stesso principio attivo”. La Lav scende dunque nelle principali piazze, con replica il prossimo fine settimana: ai banchetti dell’associazione sarà possibile sottoscrivere la petizione e scegliere l’Uovo di Pasqua Lav, il cui ricavato servirà a finanziare progetto in favore dei randagi del Sud Italia.
Ma quali sono nel dettaglio le richieste della Lav? L’associazione chiede la cancellazione dell’aliquota Iva su prestazioni veterinarie per animali adottati e la riduzione di quella su prestazioni veterinarie e cibo per animali non tenuti a scopo di lucro. Oggi infatti si applica un’aliquota IVA del 22%, la stessa dei beni di lusso. Altra richiesta è quella di abbattere il costo dei farmaci veterinari con il riconoscimento del farmaco generico anche in veterinaria e dell’uso del farmaco-equivalente. “Il prezzo del farmaco veterinario, spesso ingiustificatamente alto rispetto gli equivalenti ad uso umano, e quello delle prestazioni veterinarie, possono rappresentare degli ostacoli alle terapie, fino a pregiudicare, in alcuni casi, il diritto dell’animale a essere curato e il dovere di chi lo detiene a prestargli la dovuta assistenza – denuncia la Lav –Oltre che per i cittadini, questi costi rappresentano un problema per il Servizio Veterinario pubblico, per i Comuni e per le Onlus e hanno come effetto l’aumento della spesa pubblica, un peggioramento complessivo della tutela degli animali, e potenziali ricadute negative in termini igienico-sanitari per l’intera collettività”. La terza richiesta avanzata dalla Lav è quella di aumentare la quota di detrazione fiscale delle spese veterinarie e dei farmaci veterinari dalla dichiarazione dei redditi, rendendola totale per chi adotta un cane o un gatto. Oggi queste spese sono infatti detraibili entro il limite esiguo di 387,34 euro, con uno sconto massimo di soli 49,06 euro.