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PESTICIDI NELLE ACQUE, SE LI CERCHI LI TROVI: IL PIÙ PRESENTE È IL GLIFOSATO

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Nelle acque italiane ci sono oltre 250 pesticidi. Il glifosato è l’erbicida più presente e sfora gli standard di qualità ambientale nel 24,5% dei siti monitorati per le acque superficiali. Gli erbicidi sono le sostanze più trovate ma aumenta la presenza di fungicidi e insetticidi. Pesticidi si trovano soprattutto nelle acque della pianura padano-veneta e nel Centro Nord ma questo dato è influenzato anche dal fatto che in queste aree si fanno più monitoraggi. Dove cerchi i pesticidi, insomma, li trovi.

 

Il quadro viene dal Rapporto nazionale Pesticidi nelle acque dell’Ispra, Istituto per la protezione  e la ricerca ambientale, che restituisce il quadro del biennio 2015-2016 sulla base dei dati provenienti dalle regioni e dalle agenzie regionali per la protezione dell’ambiente. Il glifosato, evidenzia l’Ispra, è l’erbicida con il maggior numero di superamenti. “Nelle acque superficiali, il glifosate, insieme al suo metabolita AMPA, è l’erbicida che presenta il maggior numero di superamenti e sono ricercati in 5 regioni (nel biennio precedente erano monitorati solo in Lombardia). Nel 2016, infatti, entrambe le sostanze risultano superiori agli standard di qualità ambientale per le acque (SQA) previsti dalla norma rispettivamente nel 24,5% e nel 47,8% dei siti monitorati per le acque superficiali”.

Prosegue l’Ispra: “Degna di nota anche la presenza di altri erbicidi, come nel caso del metolaclor, che supera i limiti nel 7,7%  dei punti di monitoraggio e del suo metabolita metolaclor-esa, che tuttavia è ricercato solo in Friuli Venezia Giulia e che supera i limiti nel 16% dei siti, nonché del quinclorac, superiore ai limiti nel 10,2% dei casi. Tali valori dimostrano l’opportunità di estendere in maniera uniforme il monitoraggio anche in altre Regioni”.

Complessivamente sono quasi 400 le sostanze ricercate e 259 quelle trovate nelle acque. Sono oltre 35 mila i campioni di acque superficiali e sotterranee  analizzate in Italia nel biennio 2015-2016, per un totale di quasi 2 milioni di misure analitiche e 259 sostanze rilevate (erano 224 nel 2014). Spiega l’Ispra: “Nel 2016, in particolare,  sono stati trovati pesticidi nel 67% dei 1.554 punti di monitoraggio delle acque superficiali e nel 33,5% dei 3.129 punti delle acque sotterranee, con valori superiori agli SQA nel 23,9% delle acque superficiali e nel 8,3% delle acque sotterranee”. L’Istituto sottolinea che, nonostante l’aumento dell’attività di monitoraggio,  “le sostanze responsabili della maggior parte dei superamenti normativi (come il glifosate e l’AMPA, l’ATRAZINA-desetildesisopropil o il metolachlor ESA per citare alcuni esempi), non sono ricercate omogeneamente sul territorio nazionale”.

Nella acque sotterranee, 260 punti, pari all’8,3% del totale, hanno concentrazioni superiori ai limiti. Anche in questo caso le sostanze che maggiormente hanno superato il limite sono gli erbicidi atrazina desetil desisopropil, glifosate e AMPA, bentazone e 2,6-diclorobenzammide, l’insetticida imidacloprid, i fungicidi triadimenol, oxadixil e metalaxil.

Se cerchi, trovi. La maggior parte dei pesticidi sono stati trovati nelle aree del Nord e del Centro anche perché sono quelle in cui si concentra la maggioranza dei controlli. L’Ispra evidenzia che la maggior presenza di pesticidi si riscontra nella pianura padano-veneta, dove le indagini sono generalmente più approfondite (in termini di numerosità dei campioni e di sostanze ricercate); nelle regioni del nord, infatti, si concentra più del 50% dei punti di monitoraggio della rete nazionale. Nel resto del paese la situazione resta ancora abbastanza disomogenea: non sono pervenute ad esempio informazioni dalla Calabria e in altre Regioni la copertura territoriale è limitata, così come resta limitato, nonostante l’aumento, il numero delle sostanze ricercate.

Sempre a livello regionale, la presenza dei pesticidi interessa oltre il 90% dei punti delle acque superficiali in Friuli Venezia Giulia, provincia di Bolzano, Piemonte e Veneto, e più dell’80% dei punti in Emilia Romagna e Toscana. Supera il 70% in Lombardia e provincia di Trento. Nelle acque sotterrane è particolarmente elevata in Friuli 81%, in Piemonte 66% e in Sicilia 60%. Dove il dato è superiore alla media, precisa l’Ispra, “c’è stata un’ottimizzazione del monitoraggio in termini di punti di prelievo, che si concentrano in modo particolare nelle aree dove vi è più presenza di pesticidi, nonché in termini di numero di sostanze analizzate oltre che di miglioramento delle prestazioni analitiche”.