Legittimo l’inasprimento delle sanzioni per l’omicidio stradale e le lesioni gravi, ma no alla revoca automatica della patente. Lo ha stabilito la Corte costituzionale, che spiega che la legge n. 41 del 2016 che ha introdotto il reato di omicidio stradale e quello di lesioni personali stradali gravi o gravissime, inasprendone le sanzioni, ha superato l’esame di costituzionalità con riferimento al divieto, per il giudice, di considerare prevalente o equivalente la circostanza attenuante speciale della “responsabilità non esclusiva” dell’imputato (che comporta la diminuzione della pena fino alla metà) rispetto alle aggravanti speciali previste per questi reati, tra cui la guida in stato di ebbrezza o sotto l’effetto di droghe. Vale a dire, divieto di bilanciare attenuanti con aggravanti.
La Corte ha però dichiarato l’illegittimità costituzionale dell’articolo 222 del Codice della strada là dove prevede l’automatica revoca della patente in tutti i casi di condanna per omicidio e lesioni stradali. In particolare, i giudici costituzionali hanno riconosciuto la legittimità della revoca automatica della patente in caso di condanna per reati stradali aggravati dallo stato di ebbrezza o di alterazione psicofisica per l’assunzione di droghe, ma nelle altre ipotesi di condanna per omicidio o lesioni stradali hanno escluso l’automatismo e riconosciuto al giudice il potere di valutare, caso per caso, se applicare, in alternativa alla revoca, la sanzione meno grave della sospensione della patente. Invoca invece il pugno duro la polizia stradale, che in commissione Trasporti alla Camera ha chiesto di consentire il ritiro della patente già alla prima violazione per chi usa il cellulare alla guida, una delle principali cause di incidenti, e non solo in caso di recidiva come previsto ora.
Una proposta fatta sua dalla vicepresidente della commissione in quota Forza Italia, Deborah Bergamini, e accolta con favore anche dal M5S, che ha presentato pdl di modifica del Codice della strada. La richiesta è di sanzioni amministrative “molto pesanti per chi utilizza dispositivi mobili durante la guida, con decurtazione dei punti e sospensione della patente di guida fino a tre mesi già alla prima violazione e sei se recidivi”, rimarcano Diego De Lorenzis ed Emanuele Scagliusi, vicepresidente e capogruppo pentastellati in commissione Trasporti a Montecitorio e firmatari delle proposte di legge.