Quanto costa cambiare operatore telefonico è una delle domande che più spesso si fanno i consumatori al momento del passaggio ad un’altra compagnia telefonica. Vediamo insieme i dettagli.
In dettaglio: quanto costa cambiare operatore telefonico?
La spesa per il recesso da un contratto telefonico rappresenta uno degli ostacoli principali per molti utenti che si rivolgono ai nostri sportelli. Tra balzelli o penali varie, molti sono preoccupati che il costo del cambio di operatore telefonico possa raggiungere delle cifre piuttosto alte.
La prima cosa da fare quindi è riprendere il contratto sottoscritto con la propria compagnia telefonica e vedere quando termina il vincolo temporale. Infatti, se mancano pochi mesi, e non si hanno urgenze particolari, la cosa migliore è attendere la sua naturale scadenza e non avere a che fare con le spese dovute per la chiusura anticipata.
La normativa prevede comunque che il consumatore abbia diritto al recesso dal contratto telefonico con un preavviso non superiore ai 30 giorni. Questo è molto importante perché dopo avere comunicato la volontà di terminare il contratto con la vecchia compagnia telefonica non potranno essere addebitati costi per servizi utilizzati successivamente alla scadenza dei 30 giorni.
Possibili spese addebitate
L’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni (AGCOM) ha stilato delle linee guida che disciplinano quali possono essere i costi per il trasferimento verso un altro operatore:
- i costi di dismissione e migrazionedella linea, le società telefoniche possono infatti addebitare al consumatore delle “spese fisse di disdetta”che però devono essere indicate nel contratto. Gli operatori telefonici potranno quindi richiedere il pagamento di queste “spese amministrative” che si aggirano intorno ai 30/40 euro e che comunque non devono mai superare una mensilità del canone. Qualora nel contratto però non siano state indicate queste spese e vi stiano chiedendo comunque il pagamento, sappiate che state subendo un abuso, i nostri esperti possono fornirvi tutta l’assistenza di cui avete bisogno;
- la restituzione degli sconti ricevutidall’utente è un’altra delle possibili spese che potreste sostenere per cambiare operatore telefonico. In caso di recesso anticipatoinfatti, l’operatore telefonico potrebbe richiedervi di restituire eventuali sconti applicati in fase di sottoscrizione del contratto. Su questo punto però l’Autorità ha specificato che agli utenti non potrà essere richiesta la restituzione integrale degli sconti goduti;
- nel caso in cui il contratto preveda versamenti ratealiper prodotti o servizi extra offerti insieme al piano tariffario, è necessario distinguere tra servizi come segreteria telefonica o simili per cui non potrà essere richiesto alcun pagamento al momento del recesso;
- nel caso invece di prodotti o accessori,l’operatore dovrà proporre all’utente l’alternativa tra il pagamento in un’unica fattura del residuo, oppure di continuare i versamenti con un piano rateale che non potrà comunque superare i 24 mesi.
I costi per il cambio di operatore telefonico che abbiamo appena illustrato si riferiscono ad un’autonoma decisione del consumatore che vuole cambiare compagnia. Se invece il motivo per cui si recede dal proprio contratto è legato a un aumento dei costi o ad una modifica unilaterale del piano contrattuale o a un grave disservizio, il cambio di operatore telefonico non deve avere alcun costo per l’utente.
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Autore: Lorenzo Cargnelutti