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MANGIAR BENE SEGUENDO LA PIRAMIDE ALIMENTARE

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C’è chi fa attenzione alla linea per tutto l’anno e chi invece in vista della prova costume dichiara guerra alla pancetta. Ci sono i salutisti, gli sportivi, chi passa da una dieta all’altra e chi non riesce proprio rinunciare a questo o quel piatto. Sta di fatto che proprio nel periodo pre-estivo prendono piede diete dalla dubbia efficacia basate ad esempio su un unico prodotto (dalla dieta del minestrone a quella del limone) o su strane pratiche dimagranti (è il caso della dieta ipnotica), per non parlare dell’uso sconsiderato di farmaci dimagranti, che purtroppo cresce in maniera esponenziale portando, nella migliore delle ipotesi, a risultati effimeri, nella peggiore a gravi problemi di salute.

 

Cosa fare quindi per seguire una corretta alimentazione senza prendere peso  e anzi, laddove è necessario, perdere qualche chiletto? Partiamo da un assunto che sembrerà ovvio, ma che a quanto pare, soprattutto negli ultimi anni, è finito nel dimenticatoio: non esistono cibi buoni o cattivi, ma “è la dose che fa il veleno”.  Anche un ottimo alimento può causare un’indigestione, così come un’esagerata riduzione di grassi può causare un eccessivo indebolimento.

Un aiuto per orientarci può essere la piramide alimentare elaborata qualche anno fa dalla Sezione di Scienza dell’Alimentazione del Dipartimento di Fisiopatologia, Sapienza di Roma del Professor Carlo Cannella.

Alla base della piramide ci sono i cereali accompagnati da frutta e verdura: questo significa che in ogni pasto principale devono essere presenti questi cibi. Sopra, abbiamo i cibi da assumere quotidianamente, a complemento di quelli principali: latticini, pesce, uova, legumi, erbe e spezie.

In cima alla piramide, da assumere saltuariamente, troviamo dolci, carne e salumi.

Inoltre, leggiamo: “bere acqua” (associato però a “bere vino con moderazione” a lato della piramide) e sotto la base quattro parole: convivialità, prodotti locali, stagionalità, attività fisica. Queste parole chiave sono importanti perché sanciscono l’importanza dell’alimentazione come fatto culturale, legato alle nostre tradizioni, ma anche alle abitudini di ciascuno.

Naturalmente non bisogna prendere rigidamente tutte le indicazioni contenute nella piramide perché, quando è possibile, un po’ di tolleranza non nuoce, ma i consigli sull’avvicendamento giornaliero, settimanale e stagionale possono rappresentare delle linee guida importanti.

Il problema è che soprattutto negli ultimi anni, se da una parte il tema del cibo è diventato centrale nelle nostre case anche grazie alla diffusione di programmi televisivi di cucina, dall’altra è venuta meno l’educazione alimentare, sostituita da informazioni spesso propagandistiche e senza alcun fondamento scientifico. E’ accaduto così nel corso delle stagioni che questo o quel prodotto è stato preso di mira perché considerato cancerogeno (spesso per logiche prettamente di business), un altro messo al bando perché troppo calorico e di contraltare sono aumentati gli alimenti speciali (light, con minor contenuto di grassi o di zucchero, arricchiti di fibre o vitamine).

Il settore degli alimenti muove enormi interessi economici e la concorrenza tra i produttori è ormai divenuta sfrenata o ogni pretesto è utile per attirare l’interesse dei cittadini. I messaggi pubblicitari sono poco trasparenti e i “claims” alle volte equivoci. Casi particolari sono gli alimenti “senza” (glutine, colesterolo, zuccheri, olio di palma, ecc.) o “con” (vitamine, sali minerali, antiossidanti, ecc.). Queste dizioni in alcuni casi sono utili per che ha qualche malattia (es. i celiaci debbono mangiare cibi senza glutine), ma in generale hanno soltanto finalità “mercantili”.

Eppure basterebbe un po’ di sano buon senso e come sostiene il nostro esperto  di sicurezza alimentare Agostino Macrì: “non trasferire sugli alimenti le nostre personali responsabilità nell’aver adottato uno stile di vita incongruo, dove sedentarietà e stress sono molto più determinanti dei pochi milligrammi di colesterolo di un singolo alimento o delle 20/30 calorie che si possono risparmiare mangiando una mela piuttosto che una banana troppo matura!”

Autore: Simona Volpe