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LA BUSSOLA DEI DIRITTI: INFORMAZIONE O DISINFORMAZIONE? QUESTO IL PROBLEMA

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Lo scorso 23 novembre all’interno dell’evento “Giornalismi nella società della disinformazione” svolto in occasione del Ventennale dell’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni, è stato presentato il Rapporto“ News vs fake nel sistema dell’informazione” che costituisce un primo esito dell’indagine conoscitiva sulle piattaforme digitali e il sistema dell’informazione.

 

Lo studio si fonda sui risultati emersi dall’impiego di una metodologia innovativa, che si avvale di un’enorme mole di dati provenienti da dataset relativi a diverse componenti dei sistemi dell’informazione: testate, fonti di disinformazione, giornalisti, e cittadini/fruitori di notizie. Fake news e disinformazione sono fenomeni da sempre presenti e oggi più che mai diffusi nella società attuale soprattutto per la velocità con cui si propagano attraverso social media e piattaforme digitali. Il fatto è che oggi non sempre si ha l’immediatezza necessaria per rendersi conto se la notizia condivisa è falsa o meno, e questo genera una eco di informazione non sempre corretta, che sfocia poi in disinformazione.

Secondo lo studio realizzato da Agcom le analisi compiute sulla produzione di disinformazione mostrano un sistema nazionale che soffre la presenza di un volume di contenuti fake più alto rispetto al passato e che ha raggiunto il livello massimo durante l’ultimo ciclo politico, in corrispondenza delle ultime elezioni politiche. Più in generale dai dati Agcom emerge che in Italia il 57% della produzione di contenuti fake riguarda argomenti di politica e cronaca, mentre circa il 20% tematiche di carattere scientifico. Sono tutte tematiche che presentano un forte impatto emotivo e che possono dividere l’opinione pubblica e spesso non vengono trattate adeguatamente dal sistema informativo tradizionale.

In particolare nel 2018, il report registra un picco nella produzione di contenuti di disinformazione legato alle elezioni politiche del 4 marzo, in cui temi riguardanti i partiti, i candidati, le politiche proposte, le elezioni stesse, l’economia e la cronaca la fanno da padrone. Accanto a queste, sono emerse anche tematiche legate alle scienze, alla salute e all’immigrazione.

Sempre secondo lo studio in esame, una volta “innescata”, la notizia falsa viene immessa e rilanciata nel sistema delle piattaforme online anche inconsapevolmente dagli utenti della rete che la condividono o la commentano sui social network, andando a diffondere cosi un contenuto fake “virale”.

Come si distingue una notizia vera da una falsa? La differenza più rilevante tra notizie reali e false si registra in merito all’indice di copertura media giornaliera conferita dalle fonti disinformazione, che risulta decisamente più alto per i contenuti fake, segnalando come l’offerta complessiva proposta e diffusa da tali fonti si componga di poche notizie reali (trattate superficialmente o per veicolare intenzionalmente messaggi di mala-informazione) e di molte notizie false. Inoltre, sempre secondo Agcom, la velocità con cui le singole notizie (reali e false) vengono trattate e l’intensità giornaliera di copertura delle stesse che, in ogni caso, rimane bassa in relazione all’intero sistema informativo, se rapportate all’elevata quantità offerta complessivamente dalle fonti di disinformazione , forniscono una prima evidenza di come il ruolo di queste ultime sia soprattutto quello di dare impulso a molte notizie diverse, lasciando poi che le stesse trovino diffusione massiva attraverso altri canali, fino a diventare “virali”. Un esempio lo si trova nell’azione combinata degli algoritmi sottostanti al funzionamento delle piattaforme digitali e della condivisione dei contenuti messa in atto dagli utenti, ma anche, sempre più spesso, da bot.

Stando ai dati rilevati dall’Autorità ancora molto c’è da fare in tema normativo, ma soprattutto sotto il profilo culturale per educare gli utenti del web a un utilizzo consapevole della quantità di informazioni presenti sulle numerose piattaforme online. Per adesso alcuni giganti del web come Google e Facebook hanno aderito a un Codice di autoregolamentazione sulla disinformazione online, presentato a fine settembre alla Commissione europea, per contrastare il dilagare di fake news e bufale online. Potremo vedere solo più avanti se ci saranno sviluppi anche normativi.

di Claudia Ciriello