L’Italia è il penultimo Paese dell’Unione Europea per la percentuale di persone tra i 30 e i 34 anni di età che hanno una laurea o un titolo equivalente, il 26,9%. Secondo dati Eurostat, solo la Romania è più indietro, col 26,3%.
La media Ue dei 30-34enni laureati è del 39,9%, praticamente allineata al target al 2020 (40%). In Italia il problema non sono tanto le donne, laureate (o con titoli equivalenti) al 34,1%, quanto gli uomini, che non arrivano al 20%: solo il 19,8% dei 30-34enni ha una laurea o un titolo equivalente, meno di uno su cinque. Gli uomini italiani di questa fascia d’età sono in assoluto i meno istruiti d’Europa: i secondi sono i croati, al 22,1%.
Va meglio con le donne, che hanno ben più che raddoppiato la loro percentuale rispetto alla situazione del 2002, quando era al 14,2%. I più istruiti in assoluto sono i 30-34enni e le 30-34enni della Lituania, al 58%. Seguono i ciprioti (55,8%), gli irlandesi (53,5%) e i lussemburghesi (52,7%).
Tra i grandi Paesi, la Germania è al 34%, ben lontana dal target al 42% al 2020; la Francia al 44,3% (obiettivo al 50% nel 2020), la Spagna al 41,2% (target al 44%) e il Regno Unito al 48,3% (non c’è target, perché nel 2020 saranno fuori dall’Ue).
In Italia, infine, è piuttosto alta, rispetto al resto dei Paesi Ue, la percentuale degli ‘early leavers’, cioè i 18-24enni con almeno la terza media che non stanno frequentando scuole o corsi di formazione: sono il 14%, e anche qui le ragazze (11,2%) fanno meglio dei maschi (16,6%). Il Paese con la percentuale di abbandoni maggiore è Malta (18,6%), quello con la percentuale minore la Croazia (3,1%).