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L’ENNESIMO GUASTO ALLA CONDOTTA DEL S. AGATA CREA INTERMINABILI DISAGI L’UNIONE NAZIONALE CONSUMATORI CHIEDE L’AZZERAMENTO DELLE BOLLETTE DEL SERVIZIO IDRICO 2018

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L’ennesimo guasto alla condotta del S. Agata (terza volta in un mese), fa infuriare le famiglie reggine a causa dei disservizi nella erogazione del servizio idrico, determinatisi in molte zone della città, per la carenza di acqua o la bassa pressione della stessa.

Ancora una volta annuncia l’avv. Saverio Cuoco, presidente regionale dell’Unione Nazionale Consumatori Calabria, abbiamo raccolto presso l’associazione, le vibranti lamentele e le richieste di informazioni dei reggini, in merito agli estenuanti ed interminabili disagi che la mancanza d’acqua causa in interi quartieri della città.

 

Eppure a distanza di oltre un anno dall’esposto-denuncia formalizzato dall’Unione Nazionale Consumatori Calabria, (che vuole vederci chiaro in merito a questi continui rimpalli di responsabilità tra Comune di Reggio Calabria e Sorical sulle spalle degli utenti del servizio idrico), la Procura della Repubblica di Reggio Calabria, dispose in data 16 marzo 2018 consulenza tecnica, chiedendo tra l’altro ai consulenti nominati d’ufficio, di accertare anche mediante sopralluoghi, ispezioni e rilievi, la frequenza, l’intensità e la durata delle interruzioni nella erogazione di acqua ad uso domestico alla condotta del S. Agata, così come alle altre condotte, verificando altresì le cause di tali interruzioni.

La copiosa relazione dei consulenti tecnici depositata, rilevò che la dotazione idrica pari a 662 litri per abitante al giorno è superiore di circa due volte quella che competerebbe ad un comune con densità di abitanti quale Reggio Calabria pari a 340 litri per abitante al giorno, per cui una delle cause predisponenti della cronica mancanza d’acqua è imputabile alla fatiscente rete idrica che disperde circa il 70% della quantità d’acqua immessa in rete.

In attesa che la Procura della Repubblica si determini sui risultati di tali indagini raccolte, individuando eventuali responsabili (anche se, su richiesta dei consulenti d’ufficio, il Comune di Reggio Calabria non ha consegnato agli stessi né la relazione dettagliata sulle attività poste in essere dal comune per l’individuazione delle perdite idriche, né la relazione sulle attività poste in essere durante i disservizi del 2017), non più tardi di tre mesi addietro, veniva annunciato dagli organi istituzionali  ufficialmente e solennemente: “l’arrivo dell’acqua del Menta diventata realtà”.

Molto rumore per nulla” per dirla alla stregua di una celebre commedia di William Shakespare, sono le preoccupazioni che serpeggiano tra le famiglie reggine, che iniziano a temere che l’acqua del Menta arrivata in città, non possa vedere la luce per le condizioni estremamente precarie delle tubazioni che non riescono a contenerla, dovendo attendere ulteriori tempi biblici per l’ammodernamento dell’intera rete idrica.

E mentre sul sito internet del Comune di Reggio Calabria, paradossalmente  sino al 31 Gennaio 2019 è stato possibile partecipare ad un questionario rivolto agli utenti per conoscere il grado di soddisfazione degli stessi sulla qualità del servizio idrico, l’Unione Nazionale Consumatori Calabria, a seguito  dell’ordinanza Sindacale n° 29 del 08 maggio 2018, che ha dichiarato la non potabilità dell’acqua, ritenendo che le istituzioni ad oggi non abbiano fornito alcuna rassicurazione sulla normalizzazione dei parametri alterati, chiede per le famiglie che ricadono in tale perimetro cittadino ben delimitato dall’ordinanza sindacale, la riduzione del canone idrico anno 2018, anche al fine di evitare conseguenti contenziosi, dopo le numerose sentenze dei Giudici di Pace, nonché della Cassazione che ha statuito il seguente principio: “se l’acqua che scende dal rubinetto dell’abitazione non è potabile, l’utente ha diritto alla riduzione del canone e al risarcimento del danno, rammentando che la bolletta dell’acqua non è una tassa, ma un canone per un servizio, per cui, se il servizio non viene adempiuto correttamente, all’utente spetta la restituzione dei soldi versati ed eventualmente, il risarcimento per essere stato costretto ad approvvigionarsi a fonti alternative e certamente più costose”.