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L’ASILO NIDO È UN MIRAGGIO. ESCLUSI OLTRE UN MILIONE DI BAMBINI

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Sono oltre 1 milione le bambine e i bambini tra zero e tre anni esclusi dagli asili nido in Italia. La copertura è del 24% contro il 33% richiesto dall’Europa. Ed è solo una media

Sabrina Bergamini

Oltre un milione di bimbi sono esclusi dal diritto all’asilo nido. Le scuole non aprono per tutti. E di sicuro non aprono per oltre un milione di piccoli fino a tre anni per i quali, semplicemente e drammaticamente, non ci sono posti. «Un’impossibilità dettata da motivi diversi: per scelta delle famiglie ma, soprattutto, perché ‘respinti’, tra una scarsa offerta pubblica, in progressivo definanziamento, e l’esosa richiesta privata».

 

La denuncia viene dalla Fp Cgil Nazionale e si basa su un’indagine condotta su dati Istat relativi all’offerta comunale di asili nido e altri servizi socio-educativi per la prima infanzia.

Che l’offerta di nidi in Italia sia un grande problema è cosa nota: il servizio è carente, il privato ha costi troppo alti e spesso le famiglie rinunciano in partenza a iscrivere i piccoli. Nel 2018 Save the Children stimava che solo un bambino su quattro potesse frequentare il nido. E pesano molte differenze regionali. Il risultato è che gli obiettivi europei, garantire la copertura pari al 33%, sono ancora lontani.

#ChiedoAsilo

La Cgil, che rilancia la campagna #ChiedoAsilo: perché l’asilo nido sia un diritto e non più un servizio a domanda individuale, riporta come l’Istat abbia censito sull’intero territorio nazionale, per l’anno scolastico 2016-2017, 13.147 servizi socio-educativi per l’infanzia, tra pubblici e privati, di cui 11.017 sono asili nido. Una mole tale da coprire nel complesso circa 354 mila bambine e bambini, in poco più della metà dei casi allocati in posti pubblici, e di cui 320 mila nei nidi.

«Numeri che corrispondono al 24% del potenziale bacino di utenza, ovvero 24 posti ogni 100 bambini, ancora ben al di sotto da quel 33% fissato dall’Unione Europea nella (passata) strategia di Lisbona che prevedeva entro il 2010 una copertura pari al 33%», sottolinea la Cgil.

I posti disponibili fra nidi pubblici e privati sono poco più di 320 mila. Rimangono esclusi, evidenzia il sindacato, oltre un milione di piccoli – per la precisione 1.171.724 bambini.

«Raggiungere livelli di copertura più elevati – osserva la Funzione Pubblica Cgil – rappresenta un investimento fondamentale per il Paese in grado di ridurre le profonde disuguaglianze presenti in tutto il territorio nazionale».

Regione che vai, offerta che trovi

Fra l’altro la copertura del 24% è frutto di un territorio molto frastagliato in termini di offerta dei servizi. Pesano differenze regionali e territoriali. Pesa il divario Nord-Sud. Pesano le differenze fra le città.

In diverse regioni del Centro-Nord si supera il parametro del 33%: accade in Valle d’Aosta, Emilia Romagna, Toscana e in provincia di Trento. Al Sud la situazione è diversa: in Abruzzo, Molise e Sardegna i posti privati e pubblici superano il 20% delle bambine e dei bambini sotto i tre anni, nelle altre regioni non si raggiunge il 15%. Le differenze sono tali che si va da un minimo del 7,6% di copertura in Campania a un massimo del 44,7% in Valle D’Aosta.

«Bisogna investire risorse sul numero e sulla qualità dei servizi offerti, soprattutto al sud, sulle condizioni sociali delle famiglie e le condizioni lavorative del personale – commenta la Fp Cgil – Per raggiungere la quota del 33% di copertura, come sottolineato in un recente studio del Senato, bisognerebbe garantire risorse per 2,6 miliardi di euro, da tradurre in costruzione di nuovi asili e nell’assunzione di almeno 20 mila docenti nel segmento 0-3».