Codacons e UNC commentano i dati dell’indagine Acri-Ipso per la Giornata Mondiale del Risparmio. Preoccupazione per la capacità di affrontare gli imprevisti
30 Ottobre 2019 Elena Leoparco
I risultati dell’indagine Acri-Ipsos sugli italiani e il risparmio dimostrano in modo chiaro che la crisi economica che ha interessato il nostro paese non è ancora del tutto superata, e che incertezza e confusione continuano a regnare tra i cittadini con ripercussioni su fiducia e spesa.
Il parere del Condacons…
Per il Codacons, che commenta i dati emersi dall’indagine, si tratta di un vero e proprio allarme per quanto riguarda le “spese impreviste”.
“Dai dati Acri emerge che il 21% delle famiglie, ossia più di una su 5, avrebbe difficoltà ad affrontare una spesa imprevista di mille euro – afferma il presidente Carlo Rienzi – Numeri estremamente preoccupanti perché in caso di spese inattese, a partire da quelle mediche, migliaia di famiglia andrebbero in default con conseguenze pesantissime sul fronte sociale ed economico”.
“Per questo riteniamo assolutamente sbagliato inserire in Manovra misure come la plastic tax o la sugar tax che, inevitabilmente, introdurranno nuovi costi a carico dei consumatori finali, distraendo risorse economiche e generando sfiducia nei cittadini” – conclude Rienzi.
…E dell’Unione Nazionale Consumatori
Anche l’Unione nazionale Consumatori manifesta un certo grado di preoccupazione sul tema del risparmio e della reale capacità degli italiani di riuscire a far fronte alle spese improvvise.
“Dati decisamente allarmanti e preoccupanti, per quanto diversi e più rassicuranti rispetto a quelli ufficiali dell’Istat, relativi al 2017, secondo i quali il 39,5% delle famiglie non riesce a far fronte ad una spesa imprevista di circa 800 euro all’anno”, afferma Massimiliano Dona, presidente dell’UNC.
“In ogni caso, la sostanza è la stessa: troppe famiglie hanno paura del futuro e sono costrette a tirare la cinghia per poter arrivare a fine mese. Basta una piccola spesa inattesa per mandare in tilt il bilancio di una famiglia”, prosegue Dona.
“Ecco perché riteniamo positivo, anche se insufficiente, il provvedimento contenuto in manovra di ridurre il carico fiscale sui lavoratori dipendenti. Un primo piccolo passo nella giusta direzione”, conclude Dona.