eCommerce oscuro per i consumatori. Sei siti di acquisti online su dieci sono presentano qualche irregolarità, soprattutto sui prezzi e sulle offerte speciali. Col risultato che i consumatori spesso pensano che il prezzo sia più basso di quello reale. Su 560 siti di commercio elettrico monitorati in un’indagine a tappeto (sweep) su 24 Stati Ue più Norvegia e Islanda, emerge che in ben 211 siti web il prezzo finale al pagamento era superiore al prezzo iniziale offerto ai consumatori. La Commissione europea e le autorità di tutela dei consumatori chiedono dunque all’eCommerce informazioni chiare su prezzi e sconti.
I siti web dei consumatori esaminati nell’Ue mostrano che molti utenti si scontrano con informazioni non chiare sui prezzi e sugli sconti degli acquisti online. I risultati dello sweep sono stati diffusi nei giorni scorsi. L’indagine è stata fatta su 560 siti di commercio elettronico che offrono una varietà di beni, servizi e contenuti digitali, quali abbigliamento o calzature, programmi informatici o biglietti di spettacoli. I risultati? Circa il 60 % presenta irregolarità sul rispetto delle norme Ue a tutela dei consumatori, soprattutto in relazione alle modalità di presentazione di prezzi e offerte speciali. Per oltre il 31% dei siti web che offrono sconti, le autorità di tutela dei consumatori sospettano che le offerte speciali siano fasulle, oppure hanno constatato che la modalità di calcolo del prezzo scontato non è chiara.
Il 39% dei siti di shopping monitorati non aveva informazioni adeguate sulle spese supplementari inevitabili per la consegna, sui metodi di pagamento, sulle spese di prenotazione o su analoghe maggiorazioni di prezzo. Le norme Ue sulla tutela dei consumatori, ribadisce la Commissione europea, obbligano invece gli operatori a presentare prezzi comprensivi di tutti i costi obbligatori, e se questi costi non possono essere calcolati in anticipo, la loro presenza deve essere comunicata al cliente.
Altri risultati dell’indagine sull’eCommerce raccontano di irregolarità sul diritto di recesso, sull’informazione relativa alla risoluzione delle controversie online, e in misura minore su telefoni, email, indirizzo e identità poco chiare sul commerciante. Nel 59% dei 560 siti web controllati gli operatori non hanno rispettato il requisito di fornire un link facilmente accessibile alla piattaforma per la risoluzione delle controversie online (ODR), obbligatoria ai sensi del diritto dell’Ue, che permette ai consumatori e ai commercianti di risolvere le controversie senza adire la giustizia. Quasi il 30% dei siti web presenta poi irregolarità sulle modalità di presentazione delle informazioni sul diritto di recesso dei consumatori.
Sostiene Věra Jourová, Commissaria responsabile per la Giustizia, i consumatori e la parità di genere: “Lo shopping online offre molte opportunità per i consumatori. Tuttavia, più della metà dei siti web presentano irregolarità, in particolare sul modo in cui i prezzi e gli sconti sono pubblicizzati. Occorre porre un freno a questa situazione, poiché i consumatori spesso si confondono e credono che il prezzo sia più basso di quello che è in realtà. Sono sbigottita per l’elevato numero di siti che incontrano questi problemi — mi auguro che non siano intenzionali. I commercianti online devono rispettare pienamente le norme dell’UE in materia di tutela dei consumatori. Le autorità nazionali di tutela dei consumatori, con l’assistenza della Commissione, prenderanno ora le misure necessarie per porre fine a tali pratiche commerciali sleali”.